Si avvicina il 2 Novembre, ricorrenza particolarmente “sentita” dal popolo napoletano che da generazioni, considera il “culto dei morti” parte integrante della cultura e dello spirito partenopeo dove, il confine tra regno dei vivi e regno dei morti, sembra essere molto sottile.
Da sempre considerata una città magica ed esoterica, Napoli mantiene un legame indissolubile con questa festività dalle antichissime origini.
È consuetudine nel giorno dedicato al ricordo dei defunti, recarsi nei cimiteri locali per commemorare, con fiori e lanterne, i propri cari scomparsi. Usanza raccontata in una delle poesie più celebri di Totò: ‘A Livella.
La poesia, ambientata in un cimitero proprio nella famosa notte del 2 Novembre (notte in cui le anime tornano nel mondo dei vivi per far visita ai parenti ancora in vita), racconta la storia di uno sventurato napoletano rimasto intrappolato in un cimitero oltre l’ora di chiusura. L’uomo, incredulo e impaurito, assiste al dialogo tra due fantasmi: un marchese e un netturbino.
Il primo, evidentemente infastidito dalla presenza del secondo, lamenta la sua insofferenza per essere stato sepolto accanto ad un semplice spazzino, cosa intollerabile per un nobile blasonato del Nord che però, dovrà presto fare i conti con la realtà della morte che, nel suo essere inesorabile e imparziale..rende tutti uguali!
Una straordinaria riflessione sulla morte e sull’inutilità della ricchezza!