Nelle ultime ore sono stati presentati i primi risultati del Deep Drilling Project, ovvero l’esperimento di perforazione nei Campi Flegrei messa in atto per poter ricavare informazioni sulla profondità del suolo.
Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano e coordinatore del progetto, ha dichiarato che per il momento si sono studiate “delle proprietà molto importanti della roccia come la permeabilità e lo stato di sforzo crostale superficiale che è molto importante sia per i modelli della caldera ma anche per capire i processi di generazione dei terremoti dell’area“.
Il suolo in questa prima fase del Deep Drilling Project è stato trivellato per una profondità di 502 metri ma si punta sempre più in basso fino a poter raggiungere più di 3.500 metri di profondità. Importanti risultati si sono ottenuti anche dalla stratigrafia attraverso la quale è stato possibile identificare uno strato di tufo grigio di 45.000 anni fa che testimonierebbe una importante eruzione che attualmente è ancora sconosciuta e oggetto di studi.
Per quanto riguarda invece le obiezioni e le polemiche nate per la questione rischi e sicurezza sul progetto Campi Flegrei, De Natale ha inoltre dichiarato: “Abbiamo già dimostrato che non è successo niente, solo cose belle ed importanti per la vulcanologia [..].”