Ventiquattro lunghi anni, per riabbracciare la Supercoppa italiana, il terzo trofeo dell’era De Laurentiis, il secondo con a capo Mister Benitez.
Juventus – Napoli, Supercoppa italiana, non una partita ma ‘la partita’, la rivalsa, la risalita, i conti da rifare, la giustizia da ottenere dopo un furto subito nella finale dell’Agosto 2012. La tensione in città, mascherata dai preparativi natalizi, esplode con lo scoccare delle 18.30, fischio d’inizio e tutta Napoli col cuore è a Doha in Qatar, tutti a spingere quella palla affinché prenda la giusta direzione.
Dopo pochi minuti inizia la sofferenza, il Napoli è sotto di un goal, ma i tifosi non mollano, continuano a crederci, esattamente come Higuain che per ben due volte pareggia i conti. Dura troppo questa partita, oltre l’estremo, passano i novanta minuti, passano i tempi supplementari, e arrivano i rigori, temuti da tutti, il rigore è come un terno al lotto, si concentra la tensione, l’ansia, l’adrenalina e qualsiasi emozione può giocare brutti scherzi, ma il Napoli non molla e le prodezze di un immenso ed inaspettato Rafael contribuiscono ad assegnare al Napoli il trofeo.
Esplode la felicità, quella che ogni tifoso portava dentro da quel mai dimenticato 11 Agosto 2012, quella meritata, quella che fa abbracciare adulti e bambini e a qualcuno fa addirittura scendere una lacrima. Non si può spiegare agli altri cosa significa per un napoletano vincere e soprattutto farlo contro la Juve, la vittoria è una risposta a tutto quello che puntualmente ricopre la nostra città e il nostro popolo di luoghi comuni e offese, una risposta a tutti quelli che dall’Italia esulano sempre Napoli.
Si conclude la partita e Napoli si colora d’azzurro, festa per le strade paralizzate dal tifo. Una lunga notte accompagna la città partenopea che tra cori e fuochi d’artificio, non dorme ma celebra la seconda ‘Supercoppa napoletana’.
Pubblicazione di Mario Varriale.