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Video. Nella Terra dei Fuochi con l’ex boss Schiavone: “morirete tutti quanti”

Creato il 02 gennaio 2015 da Vesuviolive

Boss pentito Carmine Schiavone nella Terra dei Fuochi

Ieri a Servizio Pubblico su La7 è andato in onda “Inferno Atomico”, uno speciale sul biocidio nella Terra dei Fuochi, che ha riproposto i servizi realizzati nel dicembre 2013 in cui il boss pentito Carmine Schiavone torna, con Sandro Ruotolo, nella sua Casal di Principe, parlando del traffico di rifiuti in quella e nelle zone adiacenti.

Carmine Schiavone fu arrestato nel luglio del 1991 tradito dalla sua stessa famiglia, poiché aveva fermato lo sversamento di rifiuti tossici nei campi. Egli racconta che all’inizio era favorevole a smaltire nell’ambiente scorie radioattive, rifiuti ospedalieri, amianto, metalli pesanti, vernici, solventi, scarti industriali e quant’altro, ma, dopo averne parlato con gli altri uomini del clan i quali gli fecero notare che in quel modo avrebbero ucciso centinaia di migliaia di persone, ha deciso di non farne più nulla. Successivamente, tuttavia, alcuni esponenti di spicco dei casalesi hanno cominciato a trattare con i politici e le aziende, del Nord Italia ed estere, per prelevare i rifiuti speciali e sotterrarli in Campania, tradendo e facendo arrestare Carmine Schiavone che era venuto a conoscenza degli sversamenti fatti a sua insaputa. Di queste ed altre dinamiche, inclusi fatti coperti dal segreto di Stato, a detta del pentito ne sono informati sin dai primi anni nel Novanta i servizi segreti e le alte cariche dello Stato, incluso Giorgio Napolitano, allora Ministro dell’Interno.

In auto dopo lunghissimi anni Schiavone percorre le strade della sua terra e si ferma sui suoi campi, ormai disseminati degli scheletri degli edifici dove aveva vissuto, dove lavoravano gli operai della sua impresa che costruiva cemento. Egli sa indicare i punti dove si trovano i veleni: ma in che modo, visto che sostiene di essere stato all’oscuro dei sotterramenti? Attraverso delle investigazioni che fece compiere in maniera privata. All’incontro con gli altri boss aveva soltanto una pistola, troppo poco: se avesse avuto una mitraglietta, afferma più volte, li avrebbe ammazzati tutti, compreso il cugino. Sulle discariche ora si trovano le case: “che cazzo hanno fatto qua, ci hanno fatto costruire sopra?!”, urla Schiavone.

Intanto la politica guardava e guadagnava, e anzi, proponeva accordi: i casalesi ai tempi di Carmine Schiavone controllavano circa 100mila voti nel casertano e nel napoletano, un bacino enorme cui volevano attingere anche Nicola Cosentino (il quale faceva leva anche sul rapporto di parentato con il boss) e Luigi Cesaro, questo sempre a detta di Schiavone: “facevano i patti con me, venivano da me”. Si tratta dunque di un giro che coinvolge decine di miliardi di Euro al mese, cariche politiche, assistenzialismo, corruzione, potere, controllo del territorio, dove gli uomini di Stato chiudevano (e chiudono) gli occhi aprendo le tasche. Dal momento del suo pentimento, perciò in circa 20 anni, l’ex boss ha fatto arrestare tra i 1500 e i 1600 affiliati.

Gli interramenti avvenivano “a sandwich”: si scava fino a oltre 20 metri di profondità, certe volte quasi 30, stendendo uno strato di spazzatura “normale”, cioè quella proveniente dalle case, poi uno strato di tossici, un altro di spazzatura normale e dunque del terreno agricolo che i contadini avrebbero tranquillamente usato per coltivare. Gli agricoltori ricevevano circa 150 Euro per ogni camion colmo di rifiuti, oppure vendevano la terra ai clan. In Italia si producono circa 170 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, di cui l’80% è di origine industriale, ossia, in massima parte, veleno: una parte consistente di questi, assieme a quelli provenienti dalle altre nazioni, europee, sudamericane, canadesi, statunitensi e perfino australiane, giungevano e giungono ancora in Campania, ma anche nelle restanti regioni del Sud, come ho già spiegato in un apposito articolo.

Queste aree inquinate costituiscono in ogni caso una parte minima del territorio, riguardo alla Terra dei Fuochi si parla dell’1% del territorio campano destinato all’agricoltura (significa che il 99% dei campi sono sani), e tuttavia gli agricoltori e gli allevatori, quelli onesti, non riescono a vendere ciò che producono, anche se dalle analisi effettuate dai laboratori delle Università risulta che tutto quello che vorrebbero vendere è pulito. Una psicosi alimentata dallo Stato assente, o così ben presente da essere in grado di agire sottotraccia, che sta distruggendo il poco di economia che era rimasta. I finanziamenti europei da centinaia di milioni verranno usati per le perizie, mentre delle bonifiche si hanno soltanto le parole: se non si agisce entro 30 anni la falda acquifera da cui dipende quasi tutta la regione Campania, e parte delle regioni confinanti, sarà compromessa in modo irreversibile.

Dai campi sterminati di frutteti, mele, pere, mandarini, arance, uva, dalle distese di finocchi, cavoli, friarielli, dai corsi d’acqua limpidi e pescosi, dalla Campania Felix all’Italia, alla devastazione, al nulla. Afferma Carmine Schiavone: “voi morirete tutti quanti”.


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