Video. Rifiuti tossici sul Vesuvio scoperti grazie alle confessioni dei fedeli

Creato il 03 ottobre 2014 da Vesuviolive

Grazie alla rivelazione di alcune confessioni fatte al parroco di Ercolano Marco Ricci, si è giunti al ritrovamento di un’enorme discarica abusiva nel Parco Nazionale del Vesuvio. Ieri mattina, infatti, gli agenti della Forestale e dei Carabinieri erano al lavoro in località San Vito alla ricerca di fusti tossici, rinvenendo inoltre pezzi di camion, rifiuti bituminosi a diversi metri di profondità nel terreno.

Alessio Viscardi, giornalista e reporter, ha pubblicato l’intervista a padre Ricci, che ha dichiarato: “Sono stato parroco nella parte alta di Ercolano per dieci anni, le persone mi raccontavano di camion che di notte sversavano di tutto, senza alcun controllo. Molti dei miei parrocchiani si sono ammalati ed ho dovuto celebrare i loro funerali”.

Il prete racconta che insieme al parroco di Portici, Giorgio Pisano, ha ricevuto confessioni su alcuni interri ed ha deciso così di sporgere una denuncia alla Procura della Repubblica e alle forze dell’ordine che lavorando sodo sono giunti a questa scoperta.

Discarica scoperta in località San Vito

“Purtroppo c’è una grande omertà, un po’ dovuta all’ignoranza, un po’ per una coscienza corrotta e per menefreghismo. Camion che di notte salivano, perdendo liquidi neri, che facevano molto rumore non permettendoci di dormire, tutto questo accaduto tra gli anni ’80 e ’90. Io come pastore mi sento di fare un appello alla coscienza delle persone, perché noi abbiamo i fusti interrati ma le verità più grandi sono infossate nel cuore di ognuno di noi. Buttiamole fuori, perché la vita è un dono di Dio, è sacra e l’ambiente va tutelato e come diceva Papa Francesco: ‘Dio perdona ma la natura no.’ “.

Com’è possibile che la gente sapeva dei rifiuti tossici, sentiva il passaggio dei camion di notte e non parlava, non si ribellava, lasciava avvelenare la propria terra e di conseguenza se stesso e i propri cari? Questo è ciò che potrebbe chiedersi qualcuno che non abita in queste zone, che non vive queste realtà. Non sa che la gente ha paura di parlare, ha il terrore di rivendicare ciò che gli spetta di diritto: la vita. Eppure c’è qualcuno che pian piano lo sta facendo, come questo prete che alla fine ha avuto il coraggio di parlare e rivelare le confessioni di chi sapeva. Allora, muoviamo le coscienze delle persone, scuotiamole per bene e chiediamo innanzitutto allo Stato di tutelarle ed accompagnarle in questo percorso tutt’altro che semplice.


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