Videogiochi e serialità, come la televisione ha cambiato il mondo videoludico.

Da Drkino

by Jacopo Mascolini · 14 febbraio 2014

  I videogiochi hanno fatto la loro comparsa nel mondo dell’intrattenimento domestico negli anni 80 e nel giro di pochi anno questo potente medium si evoluto drasticamente. Se originariamente il gioco elettronico tendeva a riservare una parte marginale alla trama, concentrandosi sul gameplay, nel corso degli anni questa tendenza si è invertita. A metà degli anni 90 con il passaggio alla grafica in 3D, si sono potuti creare videogame più complessi, con una trama strutturata e un gameplay ancora più coinvolgente. Come successo con gli altri media, il videogioco ha “copiato” a piene mani dagli altri già presenti, primo fra tutti il cinema.

Gli anni 2000 hanno portato il videogioco a una  completa maturità espressiva, arrivando così a creare titoli che ricordano molto il cinema e la sua spettacolarità. Non c’è da stupirsi quindi se negli ultimi anni sono addirittura i film a ispirarsi ai videogiochi e non viceversa. Oggi la situazione è tale per  cui un prodotto video ludico produce incassi quasi e come un film: emblematico il caso  di GTA V   che ha guadagnato un miliardo di dollari in soli tre giorni.

Pertanto il videogioco può essere considerato ormai a tutti gli effetti un medium comunicativo di massa e uno dei più potenti strumenti d’intrattenimento. Videogiochi come la trilogia di Mass Effect, Tomb Raider, Heavy Rain, Bioshock Infinite e tanti altri presentano tutti una trama complessa, personaggi caratterizzati perfettamente e un modo di coinvolgere lo spettatore molto più cinematografico che nel passato. La differenza principale tra il videogioco e il film è ovviamente il fatto che nel primo caso lo spettatore è anche giocatore, è colui che guida letteralmente il protagonista tra gli eventi della trama. Il gameplay dei giochi di ultima generazione risulta comunque essere sempre più “nascosto”, anche grazie a una maggiore abilità e maturità dei videogiocatori che sono ormai abituati a certe meccaniche di gioco. In un certo senso si può dire che adesso è il gioco che gioca con noi e non noi con lui.

Prima di tutto la trama, poi come  vi si interagisce. Infatti accanto al gameplay tradizionale, nei videogiochi di ultima generazione troviamo sempre più spesso i quick time event, momenti dove il giocatore è chiamato semplicemente a premere un bottone durante il corso di una scena. E’ come se al cinema ad un certo momento ci venisse chiesto di premere ripetutamente un bottone per aiutare il protagonista a combattere con un avversario. Certamente vi è ancora una certa diffidenza generale nell’affermare che i videogiochi hanno raggiunto qualitativamente e come potenza mediale i film. Sicuramente vi sarà sempre una differenza tra i due, in quanto il gameplay rimarrà comunque presente nei videogiochi e non comparirà mai in un film. Ma possiamo affermare, semplificando, che adesso il videogioco è diventato un film durante il quale lo spettatore è chiamato a premere dei bottoni e a scegliere come far proseguire la storia.

Raggiunta questa maturità espressiva il videogioco si trova di fronte a un oceano di possibilità, a un futuro sempre più roseo. Come il cinema si è poi evoluto in televisione così negli ultimi anni accanto ai grandi titoli video ludici troviamo delle produzioni seriali di videogame. Telltale Games è sicuramente la società pioniera di questo nuova forma di videogioco. Suo è il videogioco The Walking Dead, tratto dall’altrettanto famosa versione televisiva ma che racconta una storia completamente diversa. Il videogioco viene rilasciato diviso in 5 episodi, rilasciati a distanza di qualche mese l’uno dall’altro. Il gameplay innovativo di The Walking Dead si basa esclusivamente sul  prendere delle decisioni e quick time event. La storia e le sue possibili evoluzioni, che dipendono dalle scelte del giocatore, sono il vero gameplay. Il giocatore si ritrova così ad essere spettatore e al contempo creatore di una trama di eventi complessa e cinematograficamente accattivante.

Il videogioco seriale, inevitabilmente, utilizza molti degli espedienti usati dalle serie televisive. Una prima parte di forte impatto, uno sviluppo centrale lento ma coinvolgente, e un cliffhanger finale che spinge all’acquisto dell’episodio o della serie completa. Spesso infatti il primo episodio di questi videogiochi seriali viene rilasciato gratuitamente in modo da raggiungere il maggior numero di persone, convincendole poi a comperare a un prezzo conveniente tutti i restanti episodi o anche soltanto il successivo.

Ma vi sono anche delle sostanziali differenze tra serialità videoludica e televisiva:

Il videogioco seriale, pur avendo un costo elevato quasi ai livelli di una produzione televisiva, ha una possibilità di distribuzione e di guadagno potenzialmente molto più ampia in quanto la creazione del videogioco e il suo rilascio sono affidate a una, massimo due società, e le piattaforme sulle quali distribuire il prodotto finale sono potenzialmente molto più ampie rispetto a quelle che ha disposizione una produzione televisiva.

La serie televisiva invece si ritrova a dover cercare finanziamenti e contratti di distribuzione con più società, dovendo poi anche andare a cercare network internazionali a cui vendere il programma e affidandosi all’home video per ulteriori guadagni.

Il crowfunding, il raccogliere soldi su siti come Kickstarter o Indiegogo che permettono agli utenti di donare direttamente agli sviluppatori, è ormai una realtà disponibile per videogiochi e serie TV, anche se ha hanno sicuramente avuto più successo con i primi.

L’ultimo videogioco della società di Tim Schafer ( Grim Fandango, Monkey Isalnd) Double Fine, Broken Age, è stato finanziato proprio attraverso Kickstarter e viene rilasciato anch’esso in forma seriale. Broken Age però differisce dal The Walking Dead della Telltale Games sotto molti aspetti. Innanzitutto è meno improntato sulle scelte del giocatore e si basa su un gameplay più tradizionale che richiama le avventure punta e clicca degli anni Novanta. La storia  rimane comunque l’elemento centrale e la caratteristica di Broken Age è quella di poter scegliere in qualsiasi momento quali delle due storie raccontate portare avanti. Il giocatore si ritrova così ad essere come lo sceneggiatore di una serie TV, scegliendo di portare avanti un pezzo di una storia per poi passare all’altra, in uno scambio di sguardi tipico della serialità televisiva.

Cosa ci riserverà il futuro? Probabilmente il sempre più alto costo di realizzazione dei videogiochi, che stanno arrivando a costare come un film hollywoodiano, sta portando le grandi società a trovare nuovi metodi di guadagno e di rilascio dei propri prodotti.

Microsoft, da qualche anno anche produttrice d videogames, ha annunciato che in futuro realizzerà prodotti ibridi, in parte videogioco in parte serie tv, come l’annunciato Quantum Break. Inoltre sempre Microsoft ha annunciato che produrrà e rilascerà sulla sua console Xbox One, serie tv basate sui loro videogiochi, come il famoso Halo.

Inoltre sempre più spesso anche titoli non pensati per una distribuzione seriale realizzano dei DLC, dei contenuti aggiuntivi, rilasciati periodicamente, che espandono la storia oltre il gioco originale. Un esempio è l’ultimo Bioshock Infinite, che ha rilasciato la prima parte del DLC Burial At Sea a Dicembre alla quale seguirà la seconda a Marzo.

Se le grandi compagni videoludiche possono permettere di investire grandi somme nella realizzazione di un gioco, utilizzando quindi una forma di rilascio seriale solo per avere un maggiore profitto e espandere il gioco principale,  le produzioni indipendenti hanno maggiori difficoltà e si trovano spesso costrette a ricorrere al crowdunding  e – o a  una forma di rilascio seriale del loro prodotto che permette guadagni distribuiti nel tempo e potenzialmente maggiori.

Avremo quindi due realtà ben distinte, videogiochi rilasciati in forma non seriale per le grandi produzioni e forma seriale per le produzioni indipendenti?

Voi cosa ne pensate dei videogiochi come nuova forma della serialità? Fatecelo sapere su Facebook, Twitter o in un commento qua sotto.

P.S. Questa serie di video del canale  Ideachannel ci parla del mondo dei videogiochi, ponendosi interessanti domande

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