L’ University School of Medicine ha fatto una scoperta sull’uso dei videogiochi violenti
In Indiana sono stati condotti degli studi dalla University School of Medicine su tutto quello che può provocare l’uso, e quindi il gioco, utilizzando dei videogiochi di natura violenta. So già cosa direte… ma allora tanto vale non giocare più, visto che la maggior parte dei giochi distribuiti per le varie piattaforme, hanno ritmi veloci e molto spesso trattano di combattimenti.
Fatto sta che i ricercatori dell’ University School of Medicine hanno presentato i risultati della loro ricerca al meeting della Radiological Society of North America.
Tenetevi forte.
La ricerca ha coinvolto un campione di ragazzi di sesso maschile in età compresa tra i 18 e i 29 anni.
E, fatto ancora più inquietante è che, da questa ricerca sembrerebbe che basterebbe solo una settimana di gioco per variare l’attivazione delle aree cognitive ed emozionali.
Purtroppo però non è stato comunicato un dato importante, e cioè su quante ore giornaliere si è tenuto il test.
Ma allora mi chiedo, i ragazzi che giocano su una piattaforma ad un videogioco “violento” da un paio di anni per magari 1 o 2 ore al giorno, cosa sono … assuefatti? Gli può succedere un attacco terroristico davanti agli occhi che loro..non ci fanno una piega? Oppure in quelle situazioni diventano di colpo dei piccoli “Rambo”?
A parte questa mia divagazione scherzosa, è da anni che si sa che c’è la possibilità di avere dei comportamenti “dissociativi” e questo ci è stato prospettato da degli studi in Giappone su fortissimi utilizzatori di questi videogiochi particolarmente violenti.