Così per Tremonti e Sacconi, Brunetta è un cretino, per il sottosegretario Crosetto invece, il vero pazzo mentecatto è Tremonti, cosa che peraltro pensa anche Brunetta quando dice che Giulio non è un economista, cosa per un ministro dell’ economia equivale al classico idiota. Del resto è praticamente un anno che di fronte a un paese attonito, scorrono intercettazioni e liti nelle quali la verità del governo nelle sue più svariate forme viene enunciata senza mezzi termini. Berlusconi è andato via di testa (Santanchè), è un repugnante culo flaccido, parola di Nicole Minetti, la Brambilla è “la più troia di tutte” (Briatore con la Santanchè), la Mussolini è una vaiassa per la Carfagna, mentre quest’ultima è una cretina per la Mussolini. Tremonti non l’ha detto esplicitamente, ma considera la Prestigiacomo una minus habens rompicoglioni. E così via perché a scorrere l’elenco delle verità sgradevoli, degli insulti, delle tamarrate di questo governo, verrebbe il tunnel carpale.
Tutti i membri dell’amorevole maggioranza sanno benissimo cosa pensare degli altri e cosa pensano gli altri di loro: se uno mettesse a gridare “cretino” in pieno Montecitorio li vedrebbe accorrere come topi sul formaggio. Per non parlare di altri epiteti per il quali la partecipazione sarebbe ancora più massiccia. Ma tutti sono convinti che gli gli italiani siano più ottusi e quando possono o vogliono li prendono a male parole, il “peggio del Paese”, coglioni, imbecilli e via dicendo.
Mi chiedo quale altro Paese possa godere di questo continuo autodafé di ministri e viceministri, feudatari del pdl, mangiatori di carne di orso. E io ormai mi sono convinto a prestare loro fede: si sono una manica di cretini. Il fatto che siano anche servili e al tal punto corrotti da aver bisogno dell’iniquità come di una droga, non li salva più: in tempi di cattivismo la lima sorda della perfidia a volte riesce a nascondere l’inettitudine, ma non la nullità.