Genere: Horror Soprannaturale, Azione
Avvertenze: Viulènza, Tematiche forti, Parole sporche
Capitolo 3 di 13
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4. Notte Bianca
Yuki Tatsumaki entra nel locale e li vede subito, seduti a un tavolo in mezzo alla sala. Un uomo pallido e magro, con zigomi affilati e occhi di uno straordinario colore violetto; un altro atletico e muscoloso, con capelli biondo scuro che gli sfiorano le spalle e la barba di un paio di giorni; una ragazza stupenda, con la pelle scura e i capelli nerissimi, che contrastano con gli occhi grigi.
Sebbene il tavolo sia quasi al centro della sala affollata, c’è il vuoto intorno; sembra che le persone evitino accuratamente di passarci vicino, sicuramente senza rendersene conto. Probabilmente, la loro parte più primordiale percepisce il pericolo.
Yuki si avvicina al tavolo, e sembra che la folla si apra per farla passare. Nessuno la urta, nessuno le sbarra la strada.
“Ti ho sentito chiamare, Cavaliere Pallido,” dice all’uomo magro. Adesso che può vederlo da vicino, si accorge che i suoi occhi non sono proprio viola, piuttosto un blu molto intenso. Un colore che lei non aveva mai visto prima, comunque.
Morte gira lo sguardo verso di lei, negli occhi una scintilla di sorpresa, che si spegne subito. Le sorride.
“Conquista,” dice, come se il suo nome avesse un sapore dolce sulla lingua.
Gli altri due, invece, sembrano sinceramente stupiti.
“Non saremmo dovuti andare noi da lei, Pale?” chiede l’uomo biondo che, Yuki lo sa, è Guerra.
Morte si stringe nelle spalle.
“Lo credevo anch’io. Mi dispiace che ci abbia sorpresi ancora…in borghese.”
Infatti, Guerra ha addosso una camicia di taglio sartoriale con il collo sbottonato e una cravatta allentata, Carestia porta un tubino turchese che, Yuki ne è sicura per averlo visto su qualche rivista, deve essere uscito dall’ultima sfilata di Gucci, e Morte indossa una semplice camicia bianca che ha un che di antico, quasi ottocentesco.
Carestia scoppia a ridere.
“Ci hai rovinato l’entrata ad effetto, White!” dice.
“È colpa tua, Black,” dice Guerra. “Eravamo arrivati bene fino a qui, sei tu che hai chiesto di riprendere le nostre forme mortali per andare a mangiare.”
Carestia fa spallucce.
“Be’, sono Carestia, no? È ovvio che pensi sempre al cibo…e poi, volevo fare una pausa. Non ero mai stata qui a Shanghai! Volevo vedere qualche locale alla moda!”
Morte lancia un’occhiata a Carestia, si massaggia una tempia, poi si rivolge a Yuki.
“Io avevo percepito te, per questo siamo arrivati qui. Ma tu sei l’unica che ha sentito me e mi ha preceduto.”
“Non so come, Morte…stavo tornando a casa, e all’improvviso ho saputo di essere il Cavaliere Bianco. E ho sentito che dovevo raggiungere i miei fratelli…e poi, è come se qualcosa mi avesse guidato fin qui…da voi.”
“Quindi tu sei Pestilenza?” chiede Carestia.
Yuki batte il piede a terra.
“Non chiamarmi Pestilenza!” dice. “Io sono Conquista!”
“Lei è Conquista,” interviene Morte, “anche se è vero che ha anche il potere di seminare malattie. La sua è una doppia natura.”
Carestia scuote la testa, come se quello che ha appena detto Morte le sembrasse un’assurdità.
“Io per non sbagliare ti chiamerò White,” dice Guerra, e le fa l’occhiolino. “Vieni a sederti qui vicino ai tuoi fratelli, e non ascoltare Black. Certe volte non pensa prima di parlare, ma non è cattiva. A parte quando si tratta di sterminare la gente.” E sogghigna.
Effettivamente, sul divanetto in cui è seduto Guerra c’è posto anche per lei. Yuki va a mettersi accanto a lui, e dall’altra parte ha di fianco Morte. Carestia è accanto a Guerra, dall’altra parte.
“Scusa, sorellina, non volevo offenderti!” dice Carestia con voce squillante. “Tu puoi chiamarmi Wagaye, Gaia, Carestia o Black, come preferisci! E così…tu sei cinese, giusto?”
Di nuovo, Yuki si irrigidisce.
“Sono giapponese,” dice.
“Sarò un po’ svampita,” dice Carestia, “ma mi pare che Shanghai sia ancora in Cina!”
Yuki sospira.
“Sì, certo, vivo e lavoro qui, ma sono giapponese.”
“Oh…e che lavoro fai?” chiede Carestia.
“Be’…il ricercatore.”
“Non mi dirai che salvi vite umane!” dice Guerra con un tono fra l’incredulo e il divertito.
“Ma no, ma no…non dovrei parlarne con nessuno, ma vista la situazione particolare…nel laboratorio dove lavoro creiamo armi batteriologiche.”
“Ma allora hai visto? Pestilenza!” dice Carestia. Yuki la fulmina con uno sguardo, e lei assume un’aria contrita.
“Black, sarà meglio che tu non apra bocca per almeno dieci minuti. Me lo prometti?” chiede Morte. Carestia fa cenno di sì con la testa.
“Io sono un avvocato,” dice Guerra con tono mondano, per salvare tutti dall’imbarazzo. “Carestia, anche se la vedi così, in realtà è una ragazza intelligente, fa il broker finanziario…”
Carestia mette il broncio e lancia un’occhiata offesa a Guerra.
“…e Pale faceva il sicario, ma adesso fa il Cavaliere a tempo pieno.”
Yuki getta un’altra occhiata a Morte, che di nuovo le sorride. Yuki ricambia il sorriso e poi distoglie subito lo sguardo.
“Anch’io penso che rinuncerò alla mia essenza mortale,” dice. “Sento che il mio vero io è Conquista…Yuki era solo…non dico una maschera, ma…un contenitore…?”
Lancia un’occhiata timida a Morte, che annuisce.
“Capisco perfettamente cosa intendi,” le dice.
“Io no!” salta su Carestia. “Io adoro la mia essenza mortale! Come farei senza shopping e divertimento?”
Morte le lancia uno sguardo di ghiaccio.
“I dieci minuti non erano ancora passati, Black,” dice.
Carestia assume un’aria dispiaciuta e sbatte le ciglia.
“Oh, lasciala stare, Pale! Io la adoro così com’è,” dice Guerra, e stampa un bacio sulla guancia di Carestia, che ridacchia deliziata. “E poi, su questo sono d’accordo con lei.”
Morte sospira e si alza in piedi.
“Be’, visto che abbiamo trovato nostra sorella e il gruppo è al completo, direi di lasciare perdere la cena e andare a fare una cavalcata. Immagino che vorrai incontrare il tuo destriero, Conquista.”
Yuki gli lancia una rapida occhiata, poi fa sì con la testa. Ogni volta che guarda Pale in faccia, il suo sguardo è calamitato da quegli occhi così incredibili, e questo la fa sentire così imbarazzata che si sente costretta a distogliere immediatamente lo sguardo.
Morte si avvia verso l’uscita, seguito dagli altri due, e Yuki esita un istante. Guerra si ferma e si volta a guardarla, ma Carestia addirittura torna indietro, le afferra una mano, e la accompagna verso la porta. Escono in strada. Come dal nulla, nell’angolo più buio del marciapiede, compaiono quattro cavalli.
Uno pallido, uno rosso, uno nero.
E uno bianco, nobile ed elegante.
Yuki si avvicina al cavallo bianco, e si ferma davanti a lui. Gli altri tre cavalieri si fermano qualche passo indietro.
Il cavallo la guarda, poi abbassa la testa, e le dà un leggero colpetto con il muso.
Yuki gli gratta piano il naso, poi sorride.
“Non gli dai un nome, White?” chiede Red.
“Un nome…?” chiede Yuki. A dire il vero, non ci aveva pensato.
“Visto, Red?” dice Morte. “Non sono tutti come voi due.”
“Be’, sarai contento, Pale” interviene Black. “Avevi chiesto un cavaliere più serio, e sei stato accontentato.” Ridacchia.
Yuki non capisce bene questi scambi di battute, le dispiace essersi riunita ai suoi fratelli solo adesso e avere perso i primi giorni insieme. Loro sembrano già un gruppo così affiatato, lei si sente un po’ un’estranea, anche se loro non fanno nulla per escluderla, anzi.
“Allora?” insiste Red. “Questo nome? Persino Pale ha dato un nome al suo, lo ha chiamato Hypnos. Il mio è Deimos…”
“E il mio è Siccità!”
“Tu sei Paranoia,” dice Yuki tranquillamente, rivolta al cavallo.
“Paranoia?” chiede Black, incerta. “Ma…?”
“Ben fatto,” dice invece Morte, e le sorride. “In fondo anche le malattie mentali sono…malattie.”
“E ingiustamente sottovalutate…possono essere molto divertenti,” dice Yuki, e per la prima volta riesce a guardare Pale negli occhi e sorridergli senza distogliere immediatamente lo sguardo.
“Ma allora vedi…Pestilenza!” sussurra Carestia all’orecchio di Guerra, e lui cerca di soffocare una risata, senza successo. Yuki fa finta di non essersene accorta.
Sale su Paranoia, e subito i suoi abiti cambiano; non più jeans e scarpe basse, ma cuoio e seta. Di cuoio bianco i calzoni attillati, gli stivali sopra il ginocchio, il corsetto senza maniche, i guanti chiusi sui polsi; di seta il lungo mantello che le ricade dalle spalle. Sente qualcosa di freddo sulla fronte, e quando la sfiora, capisce che è un cerchio di metallo con una pietra al centro, che le cinge la testa come una corona.
Anche i suoi fratelli sono montati a cavallo, e anche i loro abiti sono cambiati; Guerra in un’uniforme di pelle rosso ruggine, Carestia in un turbinio di seta e nastri, Morte con un lungo spolverino verdognolo.
“Mi piace il tuo stile, sorellina!” esclama Black, poi sprona Siccità, che parte al galoppo e quasi immediatamente si solleva da terra. Deimos la segue a ruota. Morte, invece, si volta verso di lei.
“Andiamo, Conquista? Ti prometto che sarà divertente. E poi, quando lavora, ti assicuro che Black parla molto meno.”
Yuki ridacchia.
“Con piacere, Pale. Non vedo l’ora.”
Il cavallo pallido e il cavallo bianco partono al galoppo, e presto affiancano i loro due fratelli.