Genere: Horror Soprannaturale, Azione
Avvertenze: Viulènza, Tematiche forti, Parole sporche
Capitolo 6 di 13
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6. Gigante rossa
Marcus si appoggia allo schienale della poltrona da ufficio e allarga le braccia, stiracchiandosi. Ormai nello studio legale non c’è più nessuno, e Marcus aspetta i suoi fratelli da un momento all’altro.
E infatti, nel giro di pochi minuti, nel riquadro della porta compare Morte. Appena comincia a camminare verso la scrivania, lo spolverino verdognolo scompare, per lasciare il posto a una camicia bianca, un paio di pantaloni neri, una giacca di pelle. Morte si appoggia al bordo della scrivania, incrocia le braccia, e gli scocca un sorrisetto.
“Sono il primo, Red?”
“Sì. D’altronde, si sa che le ragazze si fanno sempre aspettare.” Marcus sogghigna.
“Black forse sta ancora lavorando? Questa storia della quarta dimensione e mezzo confonde anche me.”
“Mi ha detto che ieri, quando è tornata a casa, albeggiava appena…è sempre l’alba quando torniamo. Quindi, forse non dovremo aspettare che il sole tramonti in Europa. Lo spero!”
“Mmm…parlate molto, voi due, eh?”
Marcus sogghigna. “Sì, sì…parliamo.”
Morte ricambia il sorriso. “Adesso che ci penso, io sono il suo fratello maggiore…quindi dovrei spaccarti la faccia, in realtà.” Ridacchia.
“Quante storie! Anch’io sono il suo fratello maggiore. Quindi direi che va tutto bene.”
“Messa così, suona un po’…inquietante.”
“Be’, siamo fratelli in senso mistico a dire il vero…e poi, in fondo, noi siamo i cattivi!”
Pale stavolta ride di gusto.
“Mi sembra giusto, Red,” dice.
“Ma White, invece? Non era con te?”
“No, ci siamo separati. Ha detto che c’era una cosa che voleva fare da sola.”
“E non sai cosa?”
Morte si stringe nelle spalle.
“Certe volte Yuki è un mistero anche per me.”
“…La chiami Yuki?!”
“Be’…è il suo nome, no?”
“Sì, ma non ricordo che tu mi abbia mai chiamato Marcus. Né che tu abbia mai chiamato Gaia col suo nome mortale.”
Pale inarca un sopracciglio.
“Pura casualità.”
Marcus ci crede poco, e lancia a Pale un sorrisetto ironico; però non insiste oltre.
“Evviva, non sono l’ultima!”
Gaia entra come un ciclone; è bellissima come sempre, alta e slanciata come una modella, fasciata in un abito elegante, con i capelli neri che le ricadono sulle spalle e quegli occhi grigi che le danno un aspetto così particolare. Marcus sorride quando lei gli si siede in braccio e gli schiocca un bacio sulle labbra. Pale, invece, si massaggia una tempia.
“Bene,” dice Morte. “Almeno abbiamo la conferma che il tempo scorre in maniera diversa quando cavalchiamo.”
Black sbuffa.
“Ho avuto una giornataccia in ufficio! Ho bisogno di un diversivo! Andiamo a seminare un po’ di terrore e desolazione?”
Pale sospira.
“Siamo qui per ascoltare il piano di Marcus, non ricordi?”
“Ah, già, giusto! Ma dov’è White?”
“Non lo sappiamo,” dice Marcus.
“Perché non cominci a raccontare il tuo piano a noi, allora?” dice Gaia.
“No,” dice Morte. “Dobbiamo esserci tutti.”
Black sbuffa di nuovo. Finalmente, White entra nella stanza.
“Alla buon’ora! Dov’eri finita?” strilla Black.
Conquista arrossisce leggermente, poi dice: “Ho fatto delle…ricerche per conto mio.”
“Possiamo iniziare?” chiede Marcus. “Così poi Black potrà seminare la fame nel mondo, o andare a cena in un ristorante alla moda, o qualunque cosa le faccia piacere.” E la bacia sulle labbra.
White alza gli occhi al cielo, Pale invece è una maschera di compostezza.
“Ti ascoltiamo, Red,” dice Morte.
“Uno dei miei clienti più importanti è la Stonedry. Uno degli investimenti più grossi che questa società ha fatto è stato l’acquisto di parecchie miniere di diamanti in uno stato africano. Purtroppo per loro, l’attuale governo ha deciso di statalizzare tutte le risorse, incluse queste miniere; adesso la compagnia rischia di ritrovarsi col culo per terra.”
“Interessante,” dice Gaia, che è ancora seduta sulle sue ginocchia. “Ma questo cosa c’entra con noi?”
“Da bravo avvocato, ho pensato di dare loro un consiglio. Finanziare le frange estremiste dell’opposizione.”
“Mi piace,” dice Morte. “Con i soldi dei tuoi clienti, potranno organizzare un esercito.”
“Un’altra guerra civile?” chiede Black. “Ma l’abbiamo già fatto!”
“Quella era una guerra civile spontanea, fatta da persone disorganizzate e male equipaggiate. Se l’opposizione, con le giuste risorse economiche, riesce a organizzare un esercito, diventerà una guerra vera e propria. Con un sacco di morti,” dice Marcus.
A queste parole, Pale sorride.
“Senza contare che ci sono delle profonde tensioni etniche in quel paese…” continua Marcus. “Se scoppia la guerra, saranno ben felici di massacrarsi a vicenda, al di là delle considerazioni politiche.”
“E inoltre, sul sangue di quei poveretti, i tuoi ricchi clienti diventeranno ancora più ricchi perché potranno sfruttare le miniere! Piace anche a me!” esclama Black, e batte le mani.
“Bene,” dice Pale, “siamo tutti d’accordo, allora. Mi sembra un ottimo piano. Complimenti Red.”
Guerra sorride.
“Perfetto! Adesso possiamo andare a cena?” dice Black.
“Un momento,” dice White, con voce bassa ma chiara. Solo ora Marcus si rende conto che non aveva ancora parlato.
“Hai qualcosa da dire, Conquista?” dice Morte. “Ti ascoltiamo.”
“Si tratta pur sempre di un piccolo stato,” dice White. “Meglio di quello che abbiamo fatto fino a adesso, ma non abbastanza. Io ho in mente un piano più ambizioso.”
Pale sembra sorpreso.
“È questo che sei andata a fare? Hai studiato un piano alternativo?” chiede.
White fa solo cenno di sì con la testa.
“Be’…sentiamo,” dice Pale.
“Voglio scatenare una guerra mondiale,” dice White, con tono tranquillo, come se stesse dicendo cosa vuole mangiare per cena.
Black si agita abbastanza da infastidire Marcus, che la stringe a sé per farla stare ferma. Anche lui, comunque, è sbalordito.
Pale, invece, sembra sorpreso solo per un attimo, poi scocca a White uno sguardo di ammirata approvazione.
“Conquista,” dice solo, a mezza voce, come fra sé; ma Guerra lo sente chiaramente.
Marcus cerca di raccogliere le idee; passata la prima sorpresa, lo irrita che White stia cercando di scavalcarlo.
“E come pensi di fare?” le chiede.
“In Cina stanno per eleggere il nuovo presidente. Non è un mistero chi verrà eletto; sapete come vanno le cose lì. Il candidato favorito, però, è uno dei soliti politici che ricercano l’equilibrio per preservare la crescita economica. La seconda scelta, invece, ha delle idee molto più…radicali. Sono certa che, con un piccolo suggerimento da parte del Cavaliere Bianco, sarebbe pronto a dichiarare guerra a America e Europa.”
“Ma non è possibile!” interviene Marcus. “Esiste il Partito…c’è un sistema di controllo…”
“Vero,” dice White, “ma si tratta pur sempre di uno stato totalitario. Non gli sarà difficile mettere a tacere gli eventuali oppositori.”
“Mi sembra un piano troppo complicato,” dice Guerra. “Vuoi mettere un pazzo a capo di una delle principali potenze del pianeta…bisogna anche capire come farai, tra l’altro…poi dobbiamo sperare che davvero sia così ambizioso e folle da scatenare una guerra mondiale…ammesso poi che America e Europa abbiano la reazione che pensi tu…e che davvero il Partito non riesca a fermarlo…ci sono troppi punti legati al caso, secondo me.”
“Posso farcela,” dice solo Conquista.
“No,” dice Morte. “Red ha ragione. Ci sono troppi margini di rischio. Seguiamo il suo piano…almeno per cominciare.”
“Anch’io sono per il piano di Red,” dice Carestia.
White stringe le labbra.
“Il mio piano è migliore!” dice.
“Siamo tre contro uno, White. Abbiamo deciso,” dice Morte.
“Già, e poi tu sei il capo, vero? La tua decisione è legge!” dice White con tono ironico.
Di nuovo, Marcus è sbalordito; stavolta, però, anche Pale la fissa incredulo.
“Cosa stai dicendo?” dice Morte. “Fino a adesso, abbiamo sempre lavorato insieme.”
“Fino a adesso, siamo sempre stati d’accordo,” replica Conquista. “Al primo conflitto, hai preso in mano le redini e dato la direzione.”
Pale sembra riflettere un attimo.
“Be’…sì,” dice alla fine. “È comunque la decisione della maggioranza. E ad ogni modo sento che è il mio ruolo…il mio dovere. Guidare i quattro Cavalieri.”
“Secondo alcune interpretazioni, sono io il capo dei Cavalieri,” dice White.
“Secondo alcune interpretazioni, tu sei Gesù Cristo,” dice Pale. “Falla finita. Cosa ti è preso?”
White si stringe nelle spalle.
“Forse sono sempre meno Yuki e sempre più Conquista.”
“Conquista è sempre nostra sorella. Dobbiamo rimanere uniti,” dice Pale, più dolcemente.
White aggrotta la fronte, ma non risponde.
Black, incredibilmente, tiene la bocca chiusa.
“Giusto, sorellina, non litighiamo,” dice Guerra. “E se lo dico io…”
White, finalmente, sembra rilassarsi.
“D’accordo,” dice. “Visto che sono in minoranza…seguiamo il piano di Red.”
Pale si lascia sfuggire un sospiro di sollievo. Marcus è soddisfatto: la sua idea ha avuto la meglio.
Gaia, finalmente, recupera l’uso della parola.
“Be’, allora…cena?” chiede, quasi timidamente.
“Perché no?” dice White. “Cena.”
Ma la sua voce ha un che di freddo che Marcus non le aveva mai sentito prima.