Vieni via con me

Creato il 01 gennaio 2012 da Antonino1986

Roberto Saviano (celebre in tutto il mondo per il suo Gomorra) è sicuramente una delle penne contemporanee più attente ai mali sociali e politici dell’Italia.

 

Vieni via con me è lo show, anzi l’evento televisivo del 2010: il sodalizio Fazio-Saviano in onda su Rai3 è diventato libro; dalle parole libere, in volo nella scatola magica alle parole scritte (su carta… o supporto digitale).

L’Italia riassunta in otto storie (formato otto capitoli), tra denuncia  aperta e fotografia di vite dedicate all’onestà e al coraggio prima di tutto, prima della vita stessa.

I temi affrontati e discussi senza mezzi termini, con totale spirito critico, riguardano il mancato riconoscimento del valore dell’Unità nazionale, il subdolo meccanismo della macchina del fango, l’espansione della criminalità organizzata al Nord, l’emergenza rifiuti a Napoli, le tragedie annunciate ma ignorate. Qualcosa, molto, deve essere cambiato. E perché un cambiamento sia veramente possibile è necessario che i cittadini italiani siano a conoscenza di ogni verità più o meno nascosta.

Più che nomi protagonisti di argomenti delicati e importanti, le figure che Roberto Saviano e Fabio Fazio hanno scelto sono degli esempi, persone da osservare con ammirazione ma soprattutto da imitare (perché guardare non è sufficiente, è fondamentale agire concretamente, in prima persona!). Ci sono don Giacomo Panizza (con la sua lotta alla ‘ndrangheta calabrese), Piergiorgio Welby (con la sua lotta per il diritto alla -non- vita), Piero Calamandrei (con la sua lotta per difendere la Costituzione).

Ancora una volta Roberto Saviano si schiera dalla parte del nostro paese e dei suoi abitanti con un libro di otto storie sull’Italia ma soprattutto per l’Italia. “Hanno cercato prima di zittirle, minacciando di non mandarle in onda, poi di contrastarle e, infine, di farle dimenticare il più in fretta possibile. La volontà dell’editore di raccoglierle in un libro significa volerle difendere e allo stesso tempo renderle accessibili a chiunque vorrà. Significa farle diventare, di nuovo, storie di tutti”.


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