Dice che una che vuole fare la commerciante, la barista, nella fattispecie, deve sempre dare ragione al cliente.
A parte che io non sono mai stata d’accordo con questa storia, perché quando il cliente è scortese e si comporta da cafone, non deve avere ragione punto, ma i geGni della filosofia del perfetto commerciante non mi hanno mai spiegato come mi dovrei comportare con i piazzisti che entrano al bar pretendendo di vendermi i loro libri meravigliosi (in genere editi a pagamento, si sappia), o peggio ancora con gli spammatori di professione che vengono a cercare la gente direttamente nella sua casella di posta, nei suoi messaggi privati su facebook o su aNobii.
Questi ultimi, a volte, con libri autoprodotti:
Sia chiaro. Io non ho antipatia per i libri autoprodotti.
A volte mi capita pure di leggere libri autoprodotti che sono curati meglio di tante schifezze pagate un sacco di soldi e con il sacrificio ingiusto di un povero albero o di carta riciclata che si poteva usare molto meglio (c’è crisi e stampate schifezze? Siete scemi?)
Però trovo insopportabile trovarmi richieste di acquisto di
un libro di cui sei l’unico che parla bene perché l’hai scritto tu, e al massimo ne hanno parlato bene tre o quattro tuoi amici su Amazon.
Inoltre mi sei ancora più inviso se non mi conosci ma spii la mia libreria su aNobii, scopri che ho letto qualche classico dell’ottocento e decidi che il tuo romanzo su Beethoven potrebbe interessarmi. Hai capito male, comunque, perché se guardi bene non ho letto tutti i romanzi dell’ottocento ma quelli inglesi dove l’autore spicca per un po’ di senso dell’umorismo. Dal tono del tuo messaggio sono convinta piuttosto e anzichenò che tu sia dotato di senso dell’umorismo quanto il mio corvo la mattina prima del caffè.
E per finire, se tutto ciò non dovesse bastare a renderti l’ultima persona da cui comprerei un romanzo, cerchi di invogliarmi dicendomi che nel tuo romanzo usi il discorso diretto.
Caspita. Un romanzo di dialoghi. Deve essere una novità mai letta prima, eh?
Ora vorrei davvero che i geGni del commercio, ma pure del marketing, già che ci siamo, venissero qui e mi spiegassero per quale motivo io dovrei dare retta a un tizio del genere nel momento in cui si presenta alla mia porta trattandomi di fatto come un portafogli a fisarmonica e trarne un qualche beneficio (io, non lui: è chiaro che tutta questa manfrina serve a far sì che la persona in questione trovi un pollo da spennare disposto a pagare per leggerlo. Il beneficio mi pare evidente, anche se la maniera per ottenerlo mi sembra alquanto controproducente).
Se saranno convincenti potrei persino tirare fuori un whisky scozzese 18 anni di invecchiamento.
Ma ho la sensazione che il whisky resterà a invecchiare ancora per un sacco di tempo.