Capita a Falciano del Massico, 4mila anime (vive) in provincia di Caserta, dove il primo cittadino, Giulio Cesare Fava, professione cardiologo, ha messo nero su bianco l’insolito divieto in un’ordinanza comunale del 5 marzo scorso, nella quale comunica «ai cittadini residenti, o comunque di passaggio, che è fatto divieto di oltrepassare il confine della vita terrena per andare nell’aldilà, per quanto nelle possibilità di ciascuno».
Insomma, non si può morire, anche perché gli eventuali trasgressori non saprebbero dove farsi seppellire, visto che a Falciano non c’è cimitero.
Anzi, il cimitero c’è, ma è di proprietà del comune di Carinola, con cui però non ci sono buoni rapporti di vicinato addirittura dal 1964, quando Falciano divenne autonomo.
L’ordinanza era ovviamente solo una provocazione - che però ha portato allegria, la gente è contenta e c’è chi dice che è bastato un unico atto amministrativo per risolvere i problemi. In realtà non è così, come dimostrano i due anziani passati a miglior vitadall’entrata in vigore del divieto, ma chissà che l’anagrafe di Falciano non registri un boom di richieste di nuovi residenti, perché non è da tutti vivere in un posto dove «non si può» morire.