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Villa Donoratico della Tenuta Argentiera: il fascino della terra di Bolgheri

Creato il 16 novembre 2011 da Martux75
Villa Donoratico della Tenuta Argentiera: il fascino della terra di BolgheriAh il vino che grande mistero!Tutte quelle bottiglie una sopra all'altra nel mio sfigatissimo porta-bottiglie di legno Ikea da 24, che mi guardano sdegnate ma in fondo innamorate di questo assaggiatore ingrato e vampiro, che non ha saputo coccolarle donando loro una cantina fresca dove nascondersi dalla calura estiva, e nemmeno una costosissima cantinetta frigo, che in casa mia ci starebbe bene come un elefante in una gioielleria...
Svogliato, mentre tutti dormono, ultimo baluardo di una vivace serata nebbiosa, mi accingo all'ardua scelta...e cosi dal nulla, una bottiglia misteriosa ed entrata in punta di piedi in casa Martux (regalo di mio suocero) mi sussurra insistente come una sirena adescatrice di fare l'amore con lei...di assaggiare il suo segreto...e sia!
Bolgheri DOC 2003 "Villa Donoratico" della Tenuta Argentiera (70% Cabernet Sauvignon - 25% Merlot - 5% Cabernet Franc), si apre al mio naso con una fastidiosa ed evidente nota di riduzione, dopo che lo stesso tappo non mi aveva lasciato presagire nulla di buono...
Ma il vino è vivo, muta nel tempo, respira e sprigiona la sua linfa vitale come un' energia a lungo tenuta celata, come il genio della lampada esce dalla bottiglia desideroso di soddisfare i desideri del suo fortunato padrone...bere un gran vino....
La riduzione svanisce e il vino si apre in tutta la sua complessità e ampiezza. Ciliegie, chiodi di garofano, cuoio, tabacco, caffè sono solo alcuni dei sentori che si intrecciano e si susseguono al naso in un vortice di sensazioni che si rincorrono col passare dei minuti.
Sottofondo animale, selvatico e non ancora domato del tutto, ricordi di china penetrano nell'olfatto mentre le sensazioni di bosco e muschio bagnato evocano la madre terra da dove viene l'uva, in un rito di perfetta imperfezione che è pura goduria per i sensi e per la mente.
In bocca conferma la grande ricchezza ma anche l'evidente squilibrio che è l'elemento di maggior fascino di questo vino ma anche il suo limite.La struttura è buona ma non cosi importante come ci si aspettava, il tannino c'è, elegante e generoso, in armonia quasi perfetta con l'acidità, fa risultare il vino ancora fresco e vivo nonostante una già buona rotondità.
Retrogusto di liquirizia, ritorni di caffè e cacao amaro, appagante prologo di un finale che non finisce di stupire per le piacevoli memorie che godono leziose sul languido palato.
Un bel vino, segnato da qualche imperfezione che però non pregiudica l'assaggio ma ne esalta umanità e fascino misterioso.
Prezzo medio in enoteca sui 19€.
Da abbinare con ravioli al brasato, cinghiale, entrecote, filetto alla griglia, faraona arrosto, anitra alla arancia...e i soliti formaggi di medio-alta stagionatura, che ci stanno sempre bene.
Grazie genio..
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