Ripartita su tre livelli con il piano nobile riservato all’abitazione di famiglia e il sottotetto adibito a magazzino, come era consueto per i palazzi del ’500, la villa mostra una struttura possente perché funzionale all’attività agricola e viticola, come accadeva per i conventi.
Del resto, i proprietari vi si trasferivano solo per brevi periodi.
Solo successivamente l’ abitazione venne utilizzata anche per la villeggiatura e abbellita con affreschi di Benedetto Caliari, fratello di Paolo Veronese. Tra gli affreschi recuperati spiccano “La magnanimità di Alessandro Magno” ed il “Muzio Scevola”. Il pavimento alla veneziana è ottenuto da un unico getto di terracotta arricchito con scaglie di marmo e piccole pietre, nonché levigato e lucidato con olio di semi di lino.