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Vince Tir di Alberto Fasulo a Roma 2013. L’analisi dei film in concorso

Creato il 16 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

 

16 novembre 2013

Si è concluso il concorso di questa ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. I tre titoli che hanno posto la parola fine sulla competizione di quest’anno sono stati Tir di Alberto FasuloThe Mole Song di Takashi Miike e Another Me di Isabel Coixet.

Partiamo dal film più debole e cioè proprio da Another Me, che segna probabilmente il punto più basso della carriera della brava regista spagnola. Thriller psicologico dalle tinte noir e dalle atmosfere quasi soprannaturali, la pellicola vede protagonista Fay, una giovane studentessa che si sente perseguitata da un suo doppio e che per questo entra in un vortice al limite della follia. Fischiato alla proiezione per la stampa, il film presenta purtroppo diversi (ed evidenti) difetti di sceneggiatura, che appare a tratti troppo sbrigativa e dall’evoluzione scontata. Rimangono la buona interpretazione di Sophie Turner e le belle inquadrature della Coixet, ma per il resto buio totale.

A convincere di più, molto di più, Tir di Alberto Fasulo, terzo italiano in concorso dopo i film diGuido Lombardi e di Mirko LocatelliTir è un’opera dal ritmo compassato, dai tempi dilatati, dallo sguardo riflessivo, che nonostante a volte dia la sensazione di perdersi in questa evoluzione narrativa quasi inesistente, offre in fondo un punto di vista originale sulla situazione economica contemporanea. Protagonista del film è infatti Branko, un ex professore che ha deciso di cambiare vita per problemi economici iniziando a fare il camionista. Fasulo lo segue nei suoi viaggi sull’autostrada, nelle sue notti passate nel suo veicolo, nei suoi pranzi con i colleghi, ed il risultato è un film che arriva in profondità rappresentando senza filtri la dura semplicità della vita. E’ proprio lui che si aggiudica la vittoria del Festival di Roma 2013.

Tir - Foto Cast 2

Passiamo infine a The Mole Song di Takashi Miike, senza dubbio l’opera più divertente del concorso. Su una base narrativa da yakuza movie, il regista giapponese si sbizzarrisce e torna a far esplodere la sua eccessiva creatività in un turbine di trovate e di situazioni al limite del verosimile. Con questo film Miike si allontana dalla classicità dei suoi ultimi lavori e sembra fare un passo indietro, regalandoci nuovamente la sua estetica pop e citazionista. Per fortuna, penseranno i suoi fan più accaniti. Sicuramente, il pubblico del Festival ha apprezzato molto.

Il Marc’Aurelio d’Oro sembrava una corsa a due fra Dallas Buyers Club e Her ma ha vinto l’outsider Tir.

Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

Foto: Federica De Masi per Oggialcinema.net


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