Vincenzo Morgante: "I tg regionali? Servizio pubblico e 16% di share" (Corriere della Sera)

Creato il 04 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
«Noi non siamo un peso ma una risorsa» scandisce alla fine dell’intervista e quasi con il fiatone, tanto s’è accalorato nella difesa dei suoi tg regionali, Vincenzo Morgante, 50 anni, dal primo novembre scorso direttore della Tgr, testata giornalistica regionale della Rai. Quella che Milena Gabanelli, sul Corriere, ha descritto (con altri termini ma il senso era quello) come un mastodonte con 25 sedi locali e un debole per i servizi sulle sagre paesane.
Ci è rimasto male?«Mi lasci fare due premesse. La prima: non ho intenzione di fare polemiche con una collega della stessa azienda. Tutte le critiche sono legittime, però mi permetto di chiedere rispetto per il lavoro che facciamo».
La seconda premessa?«Sono in carica da due mesi, ho cominciato come precario, non frequento Roma e i suoi palazzi, sono stato nominato all’unanimità dal Cda e il mio piano editoriale ha avuto un gradimento dell’82%. Sono cresciuto nella regionale, la più grossa redazione d’Italia, 750 giornalisti».
Troppi, forse, secondo la conduttrice di Report.«C’è gente che comincia a lavorare alle 5 del mattino, gli ultimi staccano dopo mezzanotte, offriamo 8.500 ore di prodotto tv e 600 di programmazione radio».
Le sedi di preciso sono...«Sono 24 redazioni, comprese quella bilingue di Aosta e quelle tedesca e ladina di Bolzano e slovena di Trieste, dislocate in 21 città, più tre centri distaccati a Udine, Catania e Sassari. La Bbc ha 50 centri di produzione, France 3 ha 24 uffici regionali».
Le vostre servono tutte?«Certo. A Lampedusa ci puoi pure mandare qualcuno richiamandolo da Bruxelles, ma a parte i tempi più lunghi, è importante che i giornalisti conoscano la realtà di cui parlano. La localizzazione è ricchezza, è valore aggiunto, garantire l’informazione di prossimità è servizio pubblico».
Dunque non si sente a capo di un comparto poco produttivo.«Produciamo tre tg al giorno. Quello delle 14 fa uno share medio del 16,5%, quello delle 19.30 sfiora il 14, quello della notte, che non ha nemmeno un orario fisso, fa il 6. Dopo il TG1 siamo tra le news più seguite. Il 28 dicembre, forse mentre la Gabanelli scriveva il suo pezzo, il tg delle 14 totalizzava 3 milioni e 492 mila spettatori. E le do un altro dato».
Prego, snoccioli pure.«Con le due trasmissioni Buongiorno Regione e Buongiorno Italia, 30 e 30 minuti dalle 7 alle 8, facciamo il 14, la media era 6. E attiriamo un blocco pubblicitario fino a 4 minuti. Inoltre forniamo 30 mila contributi l’anno a tutte le testate Rai, compresa Report».
È vero che ci sono troppi servizi su sagre e feste patronali o interviste non proprio irresistibili ad assessori locali?«I miei giornalisti non sono dei reggimicrofono, degli infingardi, ma professionisti che raccontano la vita del Paese. Ci sono le sagre, certo, e perché no? Però ci siamo occupati di padre Puglisi, di mafia, di camorra, delle morti sul lavoro. E poi certo, facciamo parlare anche i politici del posto. Zia Pina di Merano o zio Ciccio di Bari hanno il diritto di sapere cosa ha fatto Obama ma anche se il sindaco ha aumentato la tariffa del parcheggio».
Giovanna Cavalliper "Corriere della Sera"

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