Migliaia di utenti della rete passano ore a giocare a Ruzzle tanto che qualche ricercatore sta già mettendo in campo una piattaforma di ricerca per capire i possibili effetti dannosi del sovra uso di Ruzzle.
Ruzzle serve a comporre parole, ecco un pò come il vecchio Scarabeo, ma nella “versione 2.0″, ossia quella in cui tutti sono coinvolti in rete (smartphone o internet) e’ di comporre il maggior numero di parole di senso compiuto utilizzando le lettere all’interno della griglia
Intante se nel web spopolano le possibili soluzioni, c’è anche chi si è messo a creare App. E cosi’ ecco arrivare i ‘solver’, i software che analizzano la griglia e suggeriscono le combinazioni piu’ fruttuose del vocabolario. Un’applicazione semplicissima che permette di barare senza quasi farsene accorgere aumentando in modo esponenziale il risultato che si otterrebbe “legalmente”.
Il ‘solver’ puo’ essere usato dal computer o dal telefonino. Se si gioca da smartphone o tablet si deve avere un pc vicino, mentre chi gioca dal computer puo’ aprire una finestra del browser. La fortuna di ‘Ruzzle’ e legata a Facebook (e quindi al computer) ma anche agli smartphone e agli iPad, iPhone. In questo caso entrano in campo le ‘app’, le applicazioni per Apple e per il sistema operativo di Google. Diversi di questi solver per ‘phablet’ (smartphone e tablet) sono gratuiti, mentre altri sono a opagamento, come ‘Cheat for Ruzzle’. Tutti hanno in comune il meccanismo: bisogna fare uno screenshot della pagina e il gioco andra’ in pausa automaticamente permettendo al giocatore furbastro di digitare le combinazioni piu’ fruttuose. Anche per ‘phablet’ con sistema operativo Android ci sono ‘app’ gratuite come ‘Ruzzle Solver’ di DrinkTeam (non e’ in italiano) e ‘Ruzzle & Scramble Cheat’ di Firecracker.
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