Della caccia e dei cacciatori ho già parlato in altri articoli, definendoli, la prima “reato” perchè crudele e violenta, e i secondi colpevoli di reato. Ho anche aggiunto che chi vuole fare sport potrebbe iscriversi ed esercitare la propria passione per le armi in un poligono. Che senso ha sparare a dei piccoli uccellini? E che senso ha poi vantarsi e mostrarli come trofei di “guerra”?
Dopo venti anni di pressioni e di “lotta”, e seguendo l’esempio di Paesi europei più “civili”, anche in Italia, con una legge del 2010, si è vietato il taglio delle code e delle orecchie dei cani. La sottosegretaria Francesca Martini, persona in gamba e amante degli animali, era riuscita finalmente nell’intento di proibire la mutilazione di alcune razze di cani.
Il Dobermann, il Boxer, l’Alano, subivano da sempre l’amputazione di parte dei padiglioni auricolari e di una parte della coda. Il taglio delle orecchie veniva fatto perchè il cane avesse un aspetto più “feroce”. Inoltre questo intervento è molto doloroso, perchè prevede parecchie medicazioni e anche il rischio di complicazioni. A che punto è l’imbecillità umana!
La code venivano tagliate ai cani da caccia, come per esempio i Bracchi, e questo per non subire ferite e lacerazioni in mezzo ai rovi durante le battute di caccia. Ma tutti sappiamo bene che la coda per il cane rappresenta un mezzo di comunicazione e di visibilità. I cacciatori si dovrebbero vergognare!
Lo stesso trattamento, cioè il taglio di orecchie e code, veniva riservato ai cani da combattimento, perchè con meno prolungamenti avevano meno possibilità di esporsi ai cani avversari. E a questo proposito evito ogni commento, sarebbe troppo “pesante” e volgare.
A porre ostacolo a queste nefandezze sono stati gli animalisti e gli stessi veterinari, che, nonostante guadagnassero con queste operazioni, hanno protestato anche loro contro le mutilazioni estetiche.
Insomma, con il divieto di mutilazione sembrava che il problema fosse stato risolto, ma il ministro della salute Ferruccio Fazio, probabilmente spinto e pressato da interessi di parte – le lobby della caccia – ha emanato nei giorni scorsi un chiarimento della disposizione del 2010, dove si afferma che viene riammesso il taglio delle code per certe razze di cani da caccia. L’industria delle armi (e dei soldi che girano intorno ad essa) ha vinto ancora una volta.
Sembra comunque che la sottosegretaria Martini stia per emanare una nuova ordinanza per vietare questa mutilazione. Speriamo che la sua linea abbia la meglio.