Il piacere del vino è una tradizione che trova radici profonde in Italia, ma non sempre è alla portata di tutti, soprattutto di coloro che hanno optato per una dieta vegana e vegetariana.
Sebbene il vino provenga dalla fermentazione dell’uva, quindi un alimento assolutamente compatibile con questo stile di vita, spesso la produzione include delle sostanze di origine animale come la caseina o l’albumina d’uovo. Per ovviare a questo problema e garantire un buon vino anche a chi ha deciso di alimentarsi senza pesare sul mondo animale, nasce oggi un’apposita certificazione.
La rilascerà l’Associazione Vegetariana Italiana (Avi) in collaborazione con Valoritalia, uno dei principali certificatori di vino sullo Stivale. L’obiettivo è quello di rendere evidenti quei vini che sono al 100% animal-free, così che vegetariani e vegani possano servirlo in tavola senza alcuna preoccupazione.
Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell’AVI, ha così commentato questa iniziativa alla redazione di Wine News:
«In questi ultimi anni i vegetariani sono diventati il 10% della popolazione d’Italia, in percentuale prima c’è solo India. Il nostro mercato è una realtà in crescita e ci siamo resi conto che va tutelato, anche per il vino, e da qui la scelta di lavorare con Csqa e Valoritalia per certificare che un prodotto è vegetariano».
La certificazione sarà solo volontaria, ovvero raggrupperà quelle aziende vinicole che consapevolmente decideranno di sottoporsi ai criteri dell’Avi. Lo spiega Pietro Bonato, consigliere di Valoritalia:
«Si tratta di una certificazione volontaria: noi faremo le verifiche e poi, una volta che il produttore l’avrà superata, sarà l’Avi a rilasciare l’autorizzazione per utilizzo del marchio. È un passo avanti per chi vuol “bere vegetariano”, perché è la prima certificazione ottenuta con la verifica di un organismo terzo competente e affidabile e non con una semplice autocertificazione».
Rosso o bianco non farà differenza: da oggi anche vegetariani e vegani avranno un vino a loro dedicato, da sorseggiare senza remore e timori in ogni occasione. Chissà che questo tipo di verifica non porti al nascere di certificazioni su altri prodotti alimentari, soprattutto quelli preconfezionati non sempre esaustivi in materia di ingredienti utilizzati.
Fonte: WineNews, Greenstyle