Vino trentino? Tutto bene madama la marchesa

Da Trentinowine

Ochei, sono ripetitivo: anche oggi vi parlerò di ReSole-BabboMella. Mi ero ripromesso di non farlo più; o almeno di farlo con moderazione. Perchè così pare quasi che fra Cosimo e lui ci sia qualcosa di personale. Che invece non c’è. Anzi ci siamo pure simpatici. Reciprocamente, almeno spero. Ma stamattina non riesco a sottrarmi alla tentazione di farlo di nuovo. Ho appena letto la risposta che il plenipotenziario (?) al Turismo e all’Agricoltura, un paio di giorni fa, ha dato a Gianfranco Zanon, un consigliere del suo partito (UpT), circa lo status (traballante) in cui versa il mondo del vino. Come sempre ReSole si autodistanzia felicemente dal mondo reale. E lo si può anche capire: la dorata residenza di Versailles affievolisce la percezione della realtà. Al suo posto, forse, faremmo la stessa cosa. Insomma, per farla breve: tutto bene madama la marchesa; i bianchi trentini sono eccezzionali, la crisi esiste ma il Trentino non la sente e amentà varie. E fin qui, niente di nuovo. Una notizia, una, tuttavia, leggendo le sue dichiarazioni, la si evince: l’investimento, diretto e indiretto, nel piano di promozione e marketing a favore del vino, nel 2011 sarebbe costato un milione di euro. Un milione di euro, uno. Messa così, la cifra sembra modesta. Ma anche insignificante. Non si dice dove e come siano stati spesi questi soldi. Ma, soprattutto, non si capisce se questa sia una cifra esaustiva e comprensiva di tutto. Comprensiva anche delle scampagnate a Madrid, Londra, Roma, Orvieto, Vinitaly. E tutto il resto: consulenze, consulenti, compensi per direttorinondirettori esperti in comunicazioni varie. Comunque, partiamo da qui: dal milione di euro. E aspettiamo ulteriori delucidazioni. Che naturalmente non arriveranno. Ma BabboMella, pur ripetendo la lezione imparaticcia che va impartendo da quel dì, questa volta, supera se stesso: ci ricorda che da un certo numero di  anni la produzione si è spostata verso il frutto a bacca bianca (nessuno se ne era accorto), che i bianchi del Trentino sono considerati “eccezionali” e infine ci mette sopra anche il suo bel cappello, complemento che non guasta mai:  il comparto sarebbe riuscito a tenere botta alla crisi perché, in passato come oggi, ha puntato sulla “caratterizzazione territoriale”. Ossantoiddio, la caratterizzazione territoriale? Ma quale? Quella del Pinot Grigio. Il bello è che ReSole, per incipriare con una parvenza di verosimiglianza questi assiomi vertiginosi, si affida ad una tabella che esplicita i numeri delle ultime cinque vendemmie (2007 – 2011). Dalle quali, si evince, esattamente il contrario: la marginalizzazione progressiva della cosiddetta “caratterizzazione territoriale” a favore dell’internazionalizzazione varietale degli impianti e delle uve. Non so se il consigliere Zanon sia rimasto soddisfatto da queste risposte. Cosimo, di sicuro, no.

Comunque, per non saper né leggere né scrivere, allego in pdf il testo dell’interrogazione presentata dal consigliere Gianfranco Zanon e la risposta di ReSole.

- Testo interrogazione

- Testo risposta


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