Audrey Hepburn e Ferragamo
Ero partita con un commento diretto al post di Paola sulla nostra giornata al Castello di Belgioso a godere di un mercato-mostra del vintage, ma poi mi sono spostata qui per dedicarci un pensiero.E' stata una decisione compulsiva così come talvolta ci si lascia prendere da un acquisto pazzo. Abbiamo letteralmente trascinato Polly e spontaneamente ne è uscita una bella giornata colma di aneddoti che io non riuscirò a riportare.
Ammetto che questa volta invece di sentirmi in colpa per i miei figli a cui ho sottratto malvagiamente un sabato, mi sono sentita in debito verso diverse persone che immagino sarebbero venute volentieri, nonna cattiva inclusa. Ma certe cose nascono così, nel casino del quotidiano quando non hai tempo neanche per fare il cambio degli armadi eppure preferisci e riesci a spingerti su un regionale puzzolente, molto più decadente di vestiti usati che a naso ti aspetteresti pieni di muffa.
Per quel che mi riguarda la muffa invece cresce solo sulle mie buone intenzioni.
Alla fine della giornata sono tornata a casa volando, leggera come quel vestito di organza corallo chiaro che Paola ha provato e le stava da dio.
La cosa che mi piace del vintage è che sembra che le cose abbiano un'anima, tirino fuori una personalità, quella delle persone che le hanno pensate, create e di quelle che poi le hanno indossate, tenute negli armadi e poi regalate o vendute perché ne erano stufe.
Sono stata bene, sempre più cosciente del fatto che con una buona capacità di rovistare, nella rete si trovano cose, oops, no PERSONE, davvero uniche e preziose.