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Da Guchippai

il 2003 fu l'anno del Grande Caldo: peggio della scorsa estate. a giugno abbandonammo i nostri teneri figlioletti alle cure dei nonni e partimmo per un viaggio organizzato che ci portò a Mosca e San Pietroburgo. dove c'erano dodici gradi e piovve quasi sempre, naturalmente. Mosca è una città impressionante. c'erano questi viali a millemila corsie e di quando in quando s'incontravano delle macchine abbandonate nel mezzo: la guida ci spiegò che era più conveniente lasciarle lì ad arrugginire che chiamare il carro attrezzi.  c'erano questi palazzoni enormi e meno male che li vedemmo dall'autobus senza scendere o mi sarei mangiata le mani perchè non sarei riuscita a farli entrare nel grandangolo. vicino alla Piazza Rossa avevano aperto un grande centro commerciale: deserto. subito fuori in compenso venivi assalito dai venditori ambulanti. la Piazza Rossa stessa ci accolse sotto un cielo plumbeo e un paio di signore della nostra comitiva vennero trascinate loro malgrado a contemplare la mummia di Lenin solo perchè si erano avvicinate curiose a vedere che cos'era quella fila. il nostro albergo era un enorme casermone che penso potesse contenere diecimila ospiti, con decine di ascensori che la mattina, a ora di colazione, erano puntualmente tutti occupati così che ti veniva la tigna ed esclamavi e allora scendo a piedi!, dopodichè tornavi suoi tuoi passi dopo aver scoperto che ti sarebbero toccate 46 rampe di scale. a colazione c'era ogni ben di Dio, ma tipo che i russi trangugiavano aringhe e cetrioli sotto i nostri sguardi schifati. nella hall dell'albergo c'erano parecchi negozi e pure delle sale giochi e un night club (la sera difatti c'erano un sacco di troioni in giro), dopodichè uscivi e sul marciapiedi di fronte incontravi tre babushke che vendevano le uova. e insomma, questa foto qui mi pare riassuma i contrasti che vidi in quel viaggio: da un lato la modernità rappresentata dalla piantina della metropolitana e dall'altro la povertà di una vecchietta dallo sguardo sperso che spera di racimolare qualche soldo vendendo fiori. quando tornammo e scendemmo dall'aereo, a Bologna c'erano 32 gradi. naturalmente.

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