Violentata, 9 anni all’aggressore: ma l’uomo nel frattempo è sparito

Creato il 30 aprile 2014 da Ladyblitz @Lady_blitz

OSIO SOPRA (BERGAMO) – Brutalmente stuprata in un’auto fra Osio Sopra e Dalmine, in provincia di Bergamo. Il presunto autore della violenza, Paul Manole, 27 anni, è stato condannato a 9 anni di reclusione dal Tribunale di Bergamo ma nel corso dell’inchiesta l’uomo è sparito e nessuno sa dove si trovi.

Una drammatica vicenda ci viene riportata dall’ Eco di Bergamo.

Una prostituta romena, nonostante la terribile violenza sessuale che stava subendo, è riuscita a non perdere lucidità e si è impadronita di un indizio rivelatosi poi fondamentale per identificare il suo carnefice. Si legge sull’Eco di Bergamo:

“Un tagliando assicurativo, rivelatosi decisivo per incastrare il suo aguzzino. Protagonista della vicenda una prostituta romena, brutalmente stuprata in un’auto fra Osio Sopra e Dalmine. Il presunto autore della violenza, Paul Manole, 27 anni, anche lui romeno, in Tribunale a Bergamo è stato condannato a 9 anni di reclusione. Il problema è che per questo episodio non ha fatto un giorno di carcere. Non solo: nel corso dell’inchiesta è sparito e nessuno sa dove si trovi”

LA VICENDA:

“Il fatto risale al 25 marzo del 2012. La ragazza si prostituiva lungo l’ex statale 525, fra Osio Sopra e Dalmine, quando fu adescata da un giovane al volante di una Ford Fiesta bordeaux. Pattuita una prestazione per 30 euro, la ragazza salì e indicò al cliente la strada per raggiungere un luogo isolato in cui di solito si appartava. Quando il cliente, anziché assecondarla, si diresse altrove, la ragazza cominciò a insospettirsi e chiese di poter scendere dall’auto. Non solo non fu ascoltata, ma all’improvviso, dalla parte posteriore dell’auto, dove si era nascosto, sbucò un secondo individuo che le puntò un coltello alla gola. Raggiunto un luogo isolato, i due intimarono alla ragazza di consegnare i soldi che aveva. Non contenti, la fecero spogliare, la picchiarono e poi, a turno, abusarono di lei. Fu poi scaraventata giù dalla macchina dai due, che sparirono lasciandola ferita e sotto choc.”

Ma la lucidità della donna le permise di far incastrare i suoi carnefici:

“Non sapevano però che lei, con la forza della disperazione, aveva conservato il sangue freddo necessario per ottenere giustizia. Sul pianale della macchina dove veniva violentata, infatti, la giovane aveva notato un contrassegno assicurativo dell’auto scaduto. Evidentemente, era stato da poco sostituito con quello nuovo, esposto sul parabrezza della macchina. Riuscì a raccoglierlo e a intascarlo, prima di essere scaraventata fuori dall’abitacolo. Con quell’indizio in mano chiamò il 112 e raccontò tutto ai carabinieri.

Sul tagliando c’era il numero di targa del veicolo. I militari della stazione di Osio Sotto, coordinati dal sostituto procuratore Letizia Ruggeri, nel giro di pochi giorni riuscirono a rintracciare il proprietario: si trattava di un uomo di origine sarda, residente a Saronno, convivente con una donna ucraina, che aveva una figlia, a sua volta sposata con un giovane, di nome Paul Manole, romeno. La vittima della violenza sessuale, guardando le fotografie che le sottoposero i carabinieri, non esitò a riconoscere in quest’ultimo il suo aggressore”


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