Violenza a Lecce: insulto al calcio, insulto alla civiltà, insulto alla “mentalità”

Creato il 17 giugno 2013 da Simo785

di Riccardo Cotumaccio

Il Lecce, già retrocesso in Lega Pro per illecito sportivo, fallisce la promozione in Serie B pareggiando col Carpi di Fabio Brini, e si trova a fare i conti con i suoi tifosi. Non  in modo pacifico, né in modo accettabile: al Via del Mare è invasione di campo. Ad inaugurarla, senza tanti convenevoli, sono due tifosi giallorossi, che, in vena di sfogarsi, entrano in campo, evitano i primi steward e si dirigono verso gli spogliatoi. I giocatori del Lecce, già sotto la doccia, vengono richiamati a gran voce: gli ultras vorrebbero raggiungerli. Diversi steward gli fanno da barriera, ma vengono malmenati, presi a calci e a pugni da chi, rigorosamente a volto coperto, ha voglia di sfogarsi. I tifosi, contenuti, scelgono di ritirarsi. Gli steward però, non sono i soli a pagar le conseguenze del risultato: si spaccano vetri, si lanciano sedie e panchine, si spezzano reti, si distruggono telecamere. È il caos più totale. Solo l’intervento – forse tardivo – della Polizia placa gli animi, ma al di fuori dello stadio (tra incendi e nuovi scontri) la follia continua. E come è continuata la follia, continua la vigliaccheria di un mondo “ultras” che viola le regole, che varca i confini della civiltà, del rispetto. È viva la mentalità bacata, e spesso inopportuna, di chi si appropria di una passione e la tramuta in violenza, in criminalità. È vivo un disordine sociale che, senza generalizzare, va contenuto e combattuto. Oltre ad oltraggiare il calcio, si oltraggia una mentalità di per sé unica, da ammirare e da rispettare; infangata, però, da atti come questo. Che con la vera mentalità e con il vero calcio, francamente, nulla hanno a che fare.