Dove si trova: via Tocqueville, 9, zona corso Como
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Tipologia del locale: bar/ristorante adiacente alla palestra, adatto anche per un aperitivo o serata in compagnia.
GLI SPAZI: Locale molto curato nei particolari, elegante e chic con pareti nere e rosse e luce un po’ soffusa. Molto carina anche la parte esterna, dove è possibile gustare al sole una buona colazione, la pausa pranzo o l’happy hour post lavoro. Sedie e divani molto comodi, circondano tavoli in vetro con riviste a disposizione. Un difetto è sicuramente ritrovabile nella toilet poco illuminata e sguarnita quasi sempre di sapone, oltre che non curata nei particolari – vedi serratura del bagno difettosa. Peccato una tal pecca in un locale che pretende di esser di un certo livello.
IL CIBO: Il menù, diverso per il pranzo e per la cena (e che cambia in base alle stagioni), è molto vario e davvero di qualità, seppur non a buon mercato. Gli antipasti sono gustosi, ma le porzioni, ad esempio quella della caprese, sono piccole e non appagano la fame. Primi, secondi (molto cari, circa 15 euro) e piatti unici, invece, sono abbondanti e gustosi. La mia scelta personale cade sempre sui club sandwich proposti: di carne, pesce o vegetariani con patate arrosto e insalata di contorno, sono davvero buoni. Il costo va dagli 8 agli 11 euro circa, ma ne vale proprio la pena. Anche il tomino con verdure alla griglia, l’insalata vegetariana con orzo perlato o il riso basmati con verdure, sono proprio buoni e abbondanti. Anche i primi, seppur non indimenticabili, sono saporiti e vari. A concludere il pasto anche macedonie e dessert vari sono apprezzabili. Non molto buono l’espresso, purtroppo.
PREZZI: Alti, ma per alcune cose proporzionati alla qualità. Inaccettabili quando si tratta di una caprese, adeguati per un club sandwich al salmone, buonissimo e che costa 9 euro. In generale, comunque, prezzi piuttosto elevati.
ALTRO: Visti i prezzi, ma anche in generale, il servizio non è sufficiente. I camerieri sovente sbagliano a comprendere le ordinazioni, non sono molto veloci a portare i piatti e, soprattutto, bisogna spesso sbracciarsi perché vengano al tavolo a prendere gli ordini. Alcuni poi, risultano proprio antipatici, dimenticandosi che “il cliente ha sempre ragione”, o almeno non è proprio il caso di farci inutili discussioni.