Virginia Raggi che dici su questo? Un nuovo progetto riqualifica un quartiere, ma il M5S rema contro

Creato il 24 febbraio 2016 da Romafaschifo
L'idea è quella di star lontani dai massimi sistemi e di provare ad esercitarsi sulle piccole cose. Impariamo a farlo di frequente in questi mesi di campagna elettorale. Prendi il candidato, gli rappresenti un problema (chessò: come si fa a eliminare l'evasione del biglietto sui bus? E' vero che le buche sono il primo problema? Sei favorevole o contrario agli autovelox? E così via...) e vedi come lo risolve. Da quello procedi dal particolare al generale e capisci chi hai davanti. 

Il caso ha voluto che ieri esattamente mentre Virginia Raggi veniva proclamata candidata sindaca del Movimento 5 Stelle con tutte le responsabilità che questo comporta, uno dei gruppi sul territorio del Movimento, per tramite del proprio ufficio stampa, divulgava questo comunicato stampa relativo ad una trasformazione urbana che sta partendo nell'area della Valle dell'Inferno.

Nel Consiglio di oggi dedicato alla discussione del Piano di Recupero urbano di Valle Aurelia (P.R.U. ex art 11 legge 493/93 - Valle Aurelia) e della realizzazione del relativo Centro commerciale, il Movimento 5 Stelle ha presentato un ordine del giorno.Al momento dell'approvazione del Piano di Riqualificazione Urbana di Valle Aurelia, il Movimento 5 Stelle non era presente nelle istituzioni amministrative Comunali e, tanto meno in quelle Municipali e non intende condividere tali scelte pregresse che risalgono al 1993, scelte peraltro intraprese, senza, considerare le esigenze effettive dei residenti.La realizzazione del Centro Commerciale avrà sicuramente un impatto non indifferente sulle attività commerciali di tutto il quadrante e avrà pesanti ripercussioni sulla viabilità della zona, che già allo stato attuale risulta fortemente congestionata. Il parcheggio di Via Angelo Emo sarà ridotto di due terzi dei posti auto e i posti auto previsti nel progetto del Centro Commerciale sono, a nostro giudizio, visibilmente sottodimensionati e insufficienti a coprire le esigenze dello stesso, per cui è prevedibile che i clienti del Centro finiranno per occupare i posti auto esterni al Centro Commerciale, normalmente utilizzati dai cittadini residenti nelle aree circostanti; saranno ridotti ulteriori posti auto nel parcheggio di scambio della stazione della metropolitana A - Valle Aurelia per spostare il capolinea degli autobus, senza l'integrazione degli stessi in altro luogo. A tutto si aggiungono le problematiche relative al dissesto idrogeologico. Ricordiamo che le gli ultimi pareri espressi dalla Direzione Regionale Ambientale e valutazione ambientale strategica risalgono al 2012 e non sono quindi aggiornati anche alla luce del nubifragio del 2014. Ricordiamo che l'area di Monte Ciocci è stata interessata nel 2014 da una frana e dallo scivolamento del costone e che il Comune di Roma non ci risulta abbia messo in atto nuove azioni di monitoraggio e controllo di tale fenomeno, data la composizione argillosa del terreno soggetta a possibili nuovi smottamenti o scivolamenti in caso di calamità come quella descritta.Abbiamo quindi chiesto al Presidente del Municipio e agli Assessori competenti di:- richiedere immediatamente una nuova valutazione geologica o un aggiornamento di quella esistente e che venga istituito un programma di rilevamento e valutazione dei dati geofisici e delle falde sottostanti, riscontrati prima, durante e post opera in collaborazione con l'ARPA LAZIO e che ogni attività di cantiere venga immediatamente sospesa fino a che tale nuova valutazione geologica non sia disponibile e approvata dalle autorità competenti; in merito a questa nostra proposta il Pd ha però inserito un emendamento soppressivo per non subordinare l'inizio lavori a questa nuova perizia, come da noi richiesto.- verificare che tutte le opere a scomputo vengano correttamente completate prima dell'apertura del centro commerciale- che si faccia subito chiarezza in merito ai terreni appartenenti a Metro e FS, per evitare problemi simili al blocco ultradecennale della realizzazione di strutture inerenti all'accordo di programma per la riqualificazione delle aree ferroviarie di San Pietro e Stazione/Cavalleggeri e relativo cantiere con gru di Via del Crocifisso;- che venga rispettato il cronoprogramma contrattuale previsto negli allegati alla Convenzione Urbanistica;- che, come da art.6 previsto dall'Accordo di Programma ex art.34 DL.gs. n. 267/2000, sottoscritto in data 1 DICEMBRE 2004, venga istituito il Collegio di Vigilanza, costituito dal Sindaco o da un suo delegato e da rappresentanti della Regione Lazio e del Comune di Roma e vengano esercitate le previste attività di vigilanza e controllo sulla regolare esecuzione dell'Accordo;- che vengano inserite parallelamente al Collegio di Vigilanza, delle rappresentanze di cittadini locali, anche riunite in associazioni e comitati al fine di concordare tutti quegli interventi necessari allo stato di avanzamento dei lavori e altre eventuali criticità, evitando che si alterino gli equilibri vitali della zonaIl documento è stato approvato in Consiglio Municipale.

Esatto signori, ci risiamo. La sindrome di Nimby, la paura, l'ignoranza, la menzogna, il considerare anomalo e strano ciò che dovunque è normale. C'è un imprenditore che, nonostante una trafila burocratica atroce e decennale (trafila che fa infatti scappare decine e decine di imprenditori e di opportunità) è disposto a realizzare uno sviluppo immobiliare in un'area brulla, disperata, pericolosa, una discarica post industriale frutto di antiche demolizioni, non certo un'area verde come si vuol far credere. E noi cosa facciamo? Invece di trovare tutti i cavilli possibili affinché questa operazione si possa fare, andiamo a cercare tutti i cavilli possibili affinché questa operazione non si possa fare. 
Dicendo bugie e trasmettendo il senso di una visione distorta della città.
I negozi di vicinato chiuderanno? Ma in quell'area i negozi di vicinato hanno già chiuso e non certo per colpa del centro commerciale - che infatti non c'è ancora - bensì per colpa delle tasse (tasse alte perché in una città che non si sviluppa la tassazione grava solo su chi lavora già, non su chi lavorerà domani), della crisi, della totale e siderale mancanza di idee da parte dei commercianti, della concorrenza del commercio ambulante, del degrado disastroso delle aree circostanti (che appunto potrebbero migliorare approvando e promuovendo progetti di trasformazione urbana). Il commercio è già desertificato. Ma anche se non lo fosse, chi difendono gli amici del M5S? Hanno idea quanta evasione, quanto nero, quanta illegalità si annida nell'attuale commercio di vicinato romano? Essere "di vicinato" è un plus a prescindere anche se si batte uno scontrino ogni morte di papa? Anche se non si pagano correttamente i collaboratori? 
Non bastano i parcheggi? Ma di cosa stiamo parlando!? Il centro commerciale è una piccola superficie da 40/60 negozi, non da 400, che nasce in una zona servita da due fermate della metropolitana (due!!!) di una una dentro (!) e da una importante stazione ferroviaria. Ma quale parcheggi e parcheggi: qui bisogna lavorare affinché la gente venga con i mezzi pubblici, mica siamo a RomaEst o a Bufalotta. E giù poi tutta la retorica sui clienti dei negozi che "rubbeno" il parcheggio ai residenti; gli smottamenti; le frane; le falde acquifere. Chiacchiere da barbiere degli anni Ottanta.

Ma il comunicato stampa è moderato. Basta andare nei meetup per leggere il solito insopportabile armamentario grillino della colata di cemento, dei tir che bloccheranno via Baldo degli Ubaldi per approvvigionare i quaranta negozi (!), del centro commerciale con dietro "la massoneria e la mafia" e che, ovviamente, fallirà dopo i primi anni di entusiasmo. Terrorismo un tanto al chilo che, se non accuratamente isolato, rischiamo di trovarci al governo, nei municipi, in consiglio comunale. La realtà è tutta all'inverso: Baldo degli Ubaldi è già bloccata ora, ma non certo per i furgoni che porterebbero merce al centro commerciale (che avrebbero una superficie regolare e a norma per lo scarico e carico), bensì per le decine di auto in doppia fila contro le quali la furia pentastellata non si scaglia mai: eppure quelle auto che congestionano l'area e rendono impossibile la vita a chi si muove a piedi o in bici sono proprio quelle dei commercianti, piazzate in sosta criminale esattamente davanti alla bottega...

Questo l'atteggiamento grillino che si rivela essere esattamente uguale a quello di Noi con Salvini, a quello di CasaPound, a quello di Sel eccetera eccetera. Insomma vecchia politica, vecchio modo di fare, vecchio stile: d'altronde non fu Alemanno che per anni, con scuse ridicole e solo per non perdere il consenso di quattro bottegai, bloccò questo cantiere condannando questa fetta di città all'abbandono?

Questo, su un importante progetto di sviluppo della città, il livello intellettuale del dibattito dal quale Virginia Raggi dovrà farci capire se è nelle condizioni di emanciparsi o meno. 

Tra Via Valle Aurelia e Via Baldo Degli Ubaldi c'è una zona abbandonata che crea problemi e mancate opportunità alla città. Un ex quartiere industriale di fornaci che sono state demolite negli anni Ottanta. L'appezzamento è stato lasciato a se stesso per anni ed è necessario svilupparlo; in ogni città del mondo sarebbe sviluppato; il progetto proposto appare essere un buon progetto con un bel mix tra commerciale, verde, direzionale, parcheggi, servizi e spazi culturali aperti al quartiere; il cantiere genererà ricchezza e lavoro per ingegneri, operai, professionisti; la struttura genererà posti di lavoro fissi veri (veri, no i commessi in nero); la struttura genererà opere a scomputo a vantaggio di tutti e denari per le tasche del comune. Si tratta, in buona sostanza, di operazioni che dovrebbero essere fatte a tappeto sulle centinaia di aree abbandonate della città: Virginia Raggi è d'accordo con noi o con i suoi compagni di partito? Meglio: Virginia Raggi è intenzionata a sviluppare la città o vuole tenerla ferma nell'abbandono, nella polvere, nella sciatteria e con aree centrali trasformate in squallidi canneti?

Dice: ma tu pensi che un centro commerciale sia "sviluppo? Molte cose sono sviluppo, talvolta (accade in tutto il mondo) anche il commercio visto che il commercio è una delle basi su cui si muove la civilizzazione umana. Accade questo dovunque. 

Dice: ma tu vuoi cementificare tutto! Eh no, neanche per sogno. Qui stiamo parlando di una zona interna alla città, a 800 metri dal Cupolone di San Pietro; stiamo parlando di un lotto abbandonato al fianco di stazioni della metro e dei treni, è dunque la tipica circostanza in cui la città va cucita e densificata, non certo lasciata sbrindellata e piena di spazi vuoti costosi e pericolosi. Non si deve consumare neppure un centimetro in più di nuovo territorio e di agro, ma si deve eccome completare la città nei suoi spazi lasciati incompleti.
Dice: ma perché in questo spazio non ci mettiamo del verde? Semplice, perché ci perdiamo i milioni e milioni di investimento che un privato è pronto a scommetterci, ma soprattutto perché qui il verde già c'è, c'è il Parco di Monte Ciocci, adiacente, che è stato realizzato ex novo e che l'amministrazione non è nelle condizioni di mantenere: figurarsi a ampliare ancora le aree verdi. Semmai bisognerebbe chiedere, tra le opere a scomputo, la manutenzione del verde che già c'è a carico di chi sviluppa il nuovo polo, non certo scambiare per "verde" quello che è solo "abbandono".
Dice: ma una roba simile non dovrebbe essere progettata da un grande architetto? Eh certo! Altro che colata di cemento. A quanto ci risulta il progettista qui è Stefano Cordeschi: un signor progettista onestamente. Qui l'unica speculazione edilizia è quella dei palazzi circostanti: una qualità architettonica del costruito da fare spavento, ettari e ettari di casermoni in cemento che bisognerebbe buttar giù e ricostruire con maggiore qualità, appeal, sostenibilità energetica. E' grazie a queste riconversioni che città come Londra crescono del 3% ogni anno attirando poi talenti, economie, investimenti. Finanza, formazione? Certo, ma la prima voce dell'economia di Londra è un'altra: buttare giù palazzi e farne altri di migliori al loro posto. Difficile?
Dice: ma scusa non c'è una cacchio di alternativa tra l'abbandono e l'ennesimo centro commerciale? Certo che c'è. C'è lo sviluppo residenziale. C'è lo sviluppo terziario (uffici) che però in una città ridotta come Roma, che non attrae multinazionali e grandi sedi, non va per la maggiore. E poi magari c'è qualcos'altro che però noi non sappiamo e che dovete dirci voi: cosa possiamo fare qui per riqualificare l'area, dare servizi, edificare strutture di buona qualità e far incassare denari all'amministrazione oltre che a generare posti di lavoro senza fare un solo cent in più di debito pubblico? Diteci, siamo tutt'orecchi...

Resta un fatto incontrovertibile. Un normalissimo progetto urbanistico di trasformazione e riqualificazione è fermo da oltre vent'anni. L'affare è passato di mano di società in società: hanno lavorato i notai, ma non hanno lavorato gli operai. Ma soprattutto è l'ennesima storia che, letta dall'estero, tiene lontani gli investimenti internazionali dalla nostra città. E' il danno più grande che chi amministra può fare. 

I grandi sistemi urbani crescono anche grazie a progetti come questo. Se Roma è nelle condizioni di inventarsi un nuovo, geniale ed inedito modello di sviluppo urbano lo proponga: ma viceversa l'abbandono e il "no" a ogni trasformazione non è un progetto. E' un suicidio. Il M5S dovrebbe tenerlo a mente perché chi propone suicidi collettivi alla fin fine fa buoni risultati alle elezioni, ma non le vince.
In questa fase Virginia Raggi dovrebbe semplicemente farci capire se questa mentalità arretrata avrà ancora cittadinanza e ruolo o se finalmente verrà spazzata via. Dovrebbe semplicemente spiegarci se la mentalità grullina che scambia una buona trasformazione urbana per "colata di cemento" rimarrà folklore e poi però si farà sul serio oppure se diverrà incubo amministrativo per i prossimi 5 anni.