Libro Ho letto questo libro e mi è piaciuto un sacco. Non a caso il titolo del mio blog è stato creato dalla sottoscritta sulla falsariga di questo libro. Per un anno intero il mio diletto nella letteratura si è rifugiato nel più profondo letargo che mi sia mai capitato. E non capiterà una seconda volta, soprattutto per quanto riguarda il femminismo.Sin dall’inizio ho provato una particolare curiosità verso la personalità di questa scrittrice così nota ed allo stesso tempo ambigua e apparentemente contraddittoria attraverso il suo diario. Arranco incredibilmente quando si perde in descrizioni che per qualunque diario potrebbero risultare vaghe e futili, ma come biasimarla! Se non parlava con la penna, con chi poteva farlo con la testa che aveva! Per prima cosa comincerei con una frase del libro che denota un'intensa forza data dalla passione per la scrittura e per la sua autonomia di pensiero che per lei era tutto, era la vita."Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutandomi di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli. E benché questo, al solito, sia solo un colpo sparato a casaccio, ha dentro molta sostanza. Ottobre è stato un brutto mese, ma avrebbe potuto essere molto peggiore senza la mia filosofia."Ovviamente io non mi ritengo una scrittrice, ma questa frase è sempre stato il mio cavallo di battaglia. Ogni cosa senza questa filosofia sarebbe stata più pesante anche per me. Stereotiparsi è una malattia grave che una volta in atto si nasconde nelle cellule del tuo corpo e infiamma la tua autonomia.Noto che anche lei non aveva piacere a stare con le persone, preferiva la solitudine. Una delle caratteristiche che mi ha colpita di più è il fatto che lei era un carattere in parte piuttosto fragile. Ha tentato diverse volte il suicidio, si “deprimeva” spesso per faccende di poco conto, lo stare con la gente le metteva ansia e se non organizzava il suo lavoro in modo ordinato come voleva, ricadeva in uno stato d’animo problematico. Mi ha colpita perché in lei si scorge anche un’intensa vitalità, voglia di fare, ironia, Forza… una forza che viene dal suo essere donna, pronta a sfidare il mondo coi suoi scritti, essere quindi criticata, beffeggiata, assumere una posizione sociale che a quei tempi era pregiudizievole, piuttosto che stereotiparsi al mondo che la circondava, da cui lei si discostava, di cui lei possedeva le giuste conoscenze. Molto probabilmente è stata questa forza che l’ha condotta a lottare fino alla fine, diventando così una delle madri del femminismo. ...Da questa descrizione ovviamente io mi discosto molto, erano altri tempi, erano altri problemi e lei chissà da giovane donna cosa non ha potuto permettersi e cosa ha subito. Devo ricordarmi di leggere prima o poi "Tre ghinee", in cui ha scritto molto sul femminismo e su come vede il mondo. Lo consiglio ancor prima di leggerlo.Leggendo questo libro mi sono chiesta molte cose. Autonomia di pensiero e di scrivere romanzi come faceva lei era dato dal fatto che per prima cosa era una donna ricca, che ha potuto studiare, poi aveva un gran marito che apprezzava il suo lavoro e la sua intelligenza. C'è però da dire che le altre poche donne che scrivevano ai suoi tempi che lei ha menzionato nel suo diario, avevano le sue stesse possibilità, ma lo facevano con totale mancanza di autonomia di pensiero perché erano stereotipate, non avevano la capacità e la forza di uscire dagli schemi, in più molte di loro denigravano il suo lavoro. Ora guardo fuori dalla finestra e penso alle donne di oggi. Quante cose sono cambiate, e quante sono rimaste solide come una maledizione. Adesso “autonomia” della donna non significa più essere solamente ricche e avere la famiglia che “ti lascia fare”, perché per fortuna al giorno oggi è normale che ogni donna possa vivere una vita da sola avere un buon lavoro e indipendenza economica, però discostiamo questo dal concetto che tutt’ora si mostra come problema fondamentale. Torniamo alle donne che si scagliavano contro Virginia. Neanche allora, come adesso, “donna autonoma” significava “autonomia di pensiero dal mondo pregiudizievole” e quindi parvenza di femminismo, la differenza è ed era quasi invisibile ma abissale! Pure al giorno d’oggi questa differenza quasi non si percepisce. Si definisce autonomia di massa delle donne come raggiungimento dell’emancipazione e non si comprende che uno status sociale agiato si discosta anni luce dal pensiero femminista, che racchiude una storia di genere alle spalle forte e problematica, e che da ciò attraverso la conoscenza rileva all’interno della società odierna gravi mancanze e discriminazioni che coinvolgono tutto il genere femminile portandolo al degrado e ad un nuovo pregiudizio. Non tutte sanno riconoscerlo! Le donne che ho citato prima stavano bene e nonostante fossero consapevoli della condizione della donna in cui inevitabilmente rientravano anche loro, sguazzavano felici nel loro benessere credendo che tutto ciò che le circondava fosse normale, dato naturalmente, non si ponevano il problema perché poco importava e perché non lo capivano fino in fondo, mancavano le conoscenze e vi era anche a mio parere una mancanza di autonomia di pensiero che avesse la giusta forza per discostarsi e pensarla diversamente. E oggi vedo la stessa cosa.E’ importante che ogni donna secondo me abbia per prima cosa quello che aveva Virginia Woolf (vedere frase) dentro di sé, quella forza quasi misteriosa che la rendeva unica, poi bisognerebbe avere la conoscenza. Queste qualità andavano oltre la sua autonomia economica e sociale, come oggi vanno oltre l’apparente vita da emancipate. Ripeto, conoscere la storia delle donne è fondamentale secondo me. Oggi non c'è emancipazione femminile, c'è ignoranza e degrado in altre forme più nocive, e alcune caratteristiche sono simili a quelle di secoli fa.Tornerò presto a scrivere sulla Woolf e sui suoi importantissimi scritti.
Libro Ho letto questo libro e mi è piaciuto un sacco. Non a caso il titolo del mio blog è stato creato dalla sottoscritta sulla falsariga di questo libro. Per un anno intero il mio diletto nella letteratura si è rifugiato nel più profondo letargo che mi sia mai capitato. E non capiterà una seconda volta, soprattutto per quanto riguarda il femminismo.Sin dall’inizio ho provato una particolare curiosità verso la personalità di questa scrittrice così nota ed allo stesso tempo ambigua e apparentemente contraddittoria attraverso il suo diario. Arranco incredibilmente quando si perde in descrizioni che per qualunque diario potrebbero risultare vaghe e futili, ma come biasimarla! Se non parlava con la penna, con chi poteva farlo con la testa che aveva! Per prima cosa comincerei con una frase del libro che denota un'intensa forza data dalla passione per la scrittura e per la sua autonomia di pensiero che per lei era tutto, era la vita."Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutandomi di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli. E benché questo, al solito, sia solo un colpo sparato a casaccio, ha dentro molta sostanza. Ottobre è stato un brutto mese, ma avrebbe potuto essere molto peggiore senza la mia filosofia."Ovviamente io non mi ritengo una scrittrice, ma questa frase è sempre stato il mio cavallo di battaglia. Ogni cosa senza questa filosofia sarebbe stata più pesante anche per me. Stereotiparsi è una malattia grave che una volta in atto si nasconde nelle cellule del tuo corpo e infiamma la tua autonomia.Noto che anche lei non aveva piacere a stare con le persone, preferiva la solitudine. Una delle caratteristiche che mi ha colpita di più è il fatto che lei era un carattere in parte piuttosto fragile. Ha tentato diverse volte il suicidio, si “deprimeva” spesso per faccende di poco conto, lo stare con la gente le metteva ansia e se non organizzava il suo lavoro in modo ordinato come voleva, ricadeva in uno stato d’animo problematico. Mi ha colpita perché in lei si scorge anche un’intensa vitalità, voglia di fare, ironia, Forza… una forza che viene dal suo essere donna, pronta a sfidare il mondo coi suoi scritti, essere quindi criticata, beffeggiata, assumere una posizione sociale che a quei tempi era pregiudizievole, piuttosto che stereotiparsi al mondo che la circondava, da cui lei si discostava, di cui lei possedeva le giuste conoscenze. Molto probabilmente è stata questa forza che l’ha condotta a lottare fino alla fine, diventando così una delle madri del femminismo. ...Da questa descrizione ovviamente io mi discosto molto, erano altri tempi, erano altri problemi e lei chissà da giovane donna cosa non ha potuto permettersi e cosa ha subito. Devo ricordarmi di leggere prima o poi "Tre ghinee", in cui ha scritto molto sul femminismo e su come vede il mondo. Lo consiglio ancor prima di leggerlo.Leggendo questo libro mi sono chiesta molte cose. Autonomia di pensiero e di scrivere romanzi come faceva lei era dato dal fatto che per prima cosa era una donna ricca, che ha potuto studiare, poi aveva un gran marito che apprezzava il suo lavoro e la sua intelligenza. C'è però da dire che le altre poche donne che scrivevano ai suoi tempi che lei ha menzionato nel suo diario, avevano le sue stesse possibilità, ma lo facevano con totale mancanza di autonomia di pensiero perché erano stereotipate, non avevano la capacità e la forza di uscire dagli schemi, in più molte di loro denigravano il suo lavoro. Ora guardo fuori dalla finestra e penso alle donne di oggi. Quante cose sono cambiate, e quante sono rimaste solide come una maledizione. Adesso “autonomia” della donna non significa più essere solamente ricche e avere la famiglia che “ti lascia fare”, perché per fortuna al giorno oggi è normale che ogni donna possa vivere una vita da sola avere un buon lavoro e indipendenza economica, però discostiamo questo dal concetto che tutt’ora si mostra come problema fondamentale. Torniamo alle donne che si scagliavano contro Virginia. Neanche allora, come adesso, “donna autonoma” significava “autonomia di pensiero dal mondo pregiudizievole” e quindi parvenza di femminismo, la differenza è ed era quasi invisibile ma abissale! Pure al giorno d’oggi questa differenza quasi non si percepisce. Si definisce autonomia di massa delle donne come raggiungimento dell’emancipazione e non si comprende che uno status sociale agiato si discosta anni luce dal pensiero femminista, che racchiude una storia di genere alle spalle forte e problematica, e che da ciò attraverso la conoscenza rileva all’interno della società odierna gravi mancanze e discriminazioni che coinvolgono tutto il genere femminile portandolo al degrado e ad un nuovo pregiudizio. Non tutte sanno riconoscerlo! Le donne che ho citato prima stavano bene e nonostante fossero consapevoli della condizione della donna in cui inevitabilmente rientravano anche loro, sguazzavano felici nel loro benessere credendo che tutto ciò che le circondava fosse normale, dato naturalmente, non si ponevano il problema perché poco importava e perché non lo capivano fino in fondo, mancavano le conoscenze e vi era anche a mio parere una mancanza di autonomia di pensiero che avesse la giusta forza per discostarsi e pensarla diversamente. E oggi vedo la stessa cosa.E’ importante che ogni donna secondo me abbia per prima cosa quello che aveva Virginia Woolf (vedere frase) dentro di sé, quella forza quasi misteriosa che la rendeva unica, poi bisognerebbe avere la conoscenza. Queste qualità andavano oltre la sua autonomia economica e sociale, come oggi vanno oltre l’apparente vita da emancipate. Ripeto, conoscere la storia delle donne è fondamentale secondo me. Oggi non c'è emancipazione femminile, c'è ignoranza e degrado in altre forme più nocive, e alcune caratteristiche sono simili a quelle di secoli fa.Tornerò presto a scrivere sulla Woolf e sui suoi importantissimi scritti.
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