VIRIDANSE, Viridanse

Creato il 31 gennaio 2016 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Era nell’aria, forse… Con l’aumentare dell’interesse per loro, grazie al doppio cd compilation uscito su Oltrelanebbiailmare tre anni fa, i Viridanse si erano riuniti per un concerto con i Diaframma il 18 ottobre 2014. Ora, formati da Flavio Gemma al basso ed Enrico Ferraris alla chitarra (membri della formazione originaria), Gianluca Piscitello alla voce, Fabrizio Calabrese alla batteria e Giancarlo Sansone alle tastiere, sono proprio tornati.

Attiva in origine dal 1983 al 1988, la band pubblicò solo due lavori ufficiali, entrambi per Contempo (tre, contando il primo demo autoprodotto, che venne poi ristampato in cassetta dalla fanzine Amen, insieme a un altro demo, quello degli The Art Of Waiting): il mlp Benvenuto Cellini e l’lp Mediterranea. Se il primo mostrava l’anima dei Viridanse più influenzata dalla wave e dal post-punk, grazie a una sezione ritmica potente e chitarre taglienti con melodie immediate, il secondo possedeva invece atmosfere più sofisticate e meno tese, tenete conto che uscì lo stesso anno di Desaparecido dei Litfiba… Dopo Mediterranea non successe più nulla, almeno ufficialmente, anche se la band, senza Enrico Ferraris, andò nuovamente in studio tra il 1986 ed il 1987, per quelle che vennero chiamate le “Psycho Session” (nel succitato doppio cd antologico potete trovare quattro canzoni registrate in quell’occasione).

La storia dei Viridanse, riassumendo, è interrotta dal 1988 al 2014 e la domanda che sorge spontanea adesso è: come suona il nuovo album? Beh, ciò che salta subito all’occhio (sarebbe meglio dire alle orecchie) è che il suono è bello granitico e potente, quindi per fortuna la band ha deciso d’indossare una nuova pelle e di mantenere nel dna il suo passato, senza però scimmiottarlo. Un’altra cosa che ho notato è la lunghezza delle tracce: si va dai quattro minuti e mezzo di “Cambierai” ai dieci e mezzo di “Credi” e quest’ultimo non è il solo, perché facendo una media a braccio abbiamo una media di sette minuti per brano. È segno che i Viridanse stavolta hanno voluto dare respiro ai pezzi, seguendo unicamente la loro vena creativa. Così nei nove minuti e passa di “Samsara” ci sono leggeri arpeggi di chitarra che poi sconfinano in un ritornello roboante, seguiti da una parte di assoli di chitarra e tastiera inusuali per un gruppo wave. Il nuovo corso, insomma, ingloba in modo genuino rock, wave e post-rock, elementi che gettano un ponte tra il loro sound dei primi anni Ottanta (come in parte può suonare “Cambierai”) e qualcosa di più attuale. Questo nuovo corso è ben rappresentato dalla nuova versione di “Ixaxar”, pezzo che arriva direttamente dal primo demo e che adesso trova nei suoi otto minuti e mezzo una nuova vita, fatta di una parte introduttiva pacata ma allo stesso tempo epica, seguita da una ballata sostenuta da vigorosi riff chitarristici: è come se la versione originale fosse stata dilatata con conseguente rallentamento, acquisendo in questo modo una nuova atmosfera. I Viridanse sono in giro in tour, non perdeteli di vista…

Nel momento in cui andiamo on line, l’album è in ascolto integrale su Rumore.

Tracklist

01. Disordine
02. Samsara
03. Cambierai
04. Ixaxar
05. Martire di Sabbia
06. Quello che cambia
07. Splendore Illusione
08. Credi

Dischi 2016, danze moderne, fonoarte, viridanse

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