Virtù e Felicità

Creato il 28 novembre 2011 da Pandm

Circa 2500 anni fa un figlio raccolse le lezioni del suo papà e le pubblicò, il risultato fu un "best seller" che ha influenzato la civiltà occidentale. Quel figlio si chiamava Nicomaco il papà Aristotele ed il testo è l'Etica Nicomachea.
Il concetto affascinante dell'etica aristotelica e a mio avviso triplice:
1 il massimo bene a cui tutti tendiamo (ovvero quello che non ha bisogno di nessun altro "perché lo fai") è la felicità.
Ciò che è sufficiente in sé stesso è ciò che, pur essendo da solo, rende la vita sceglibile e non bisognosa di nulla; ora, una cosa di questo genere noi riteniamo che sia la felicità"
2 per raggiungere la felicità devi esercitare dei comportamenti/azioni (virtù) che consistono nello scegliere il giusto mezzo tra due estremi
Per Aristotele le singole virtù sono:
Coraggio: giusto mezzo fra viltà e temerarietà;
Temperanza: giusto mezzo tra intemperanza e insensibilità;
Generosità: giusto mezzo fra avarizia e prodigalità;
Magnificenza: giusto mezzo fra volgarità e grettezza d'animo;
Magnanimità: giusto mezzo tra la vanità e l'umiltà;
Mitezza: giusto mezzo tra l'iracondia e l'eccessiva flemma;
Amabilità: giusto mezzo tra misantropia e compiacenza;
Sincerità: giusto mezzo tra l'ironia e la vanità;
Arguzia: giusto mezzo tra la buffoneria e la rusticità;
Giustizia (la più importante) La giustizia è la virtù più efficace, e né la stella della sera, né quella del mattino sono così meravigliose, e citando il proverbio diciamo: nella giustizia ogni virtù si raccoglie in una sola. Ed è una virtù perfetta al più alto grado perché chi la possiede è in grado di usare la virtù anche verso gli altri e non soltanto verso se stesso
3 Le virtù non sono ad appannaggio di pochi ma tutti possono arrivare ad essere felici
"Le virtù derivano dall'abitudine, nessuna delle virtù nasce in noi per natura.....
Le cose che bisogna avere appreso prima di farle noi le apprendiamo facendole, per esempio così come si diventa costruttori costruendo diventiamo giusti compiendo azioni giuste, coraggiosi compiendo azioni coraggiose...." (Libro II etica nicomachea)

Quello che Aristotele scrisse per secoli ha influenzato il pensiero e l'azione di grandi filosofi e civiltà dando delle indicazioni su quali fossero i comportamenti che favorissero la piena realizzazione dell'uomo (basti pensare a San Tommaso)

Il tema delle virtù , come accennato nello scorso post, è tornato alla ribalta nel mondo della psicologia e del management soprattutto grazie al lavoro di Martin Seligman che alla fine degli anni 90 insieme a 50 ricercatori di tutto il mondo ha condotto una ricerca empirica pubblicando il volume Handbook and classification of character, strenghts and virtues. Il punto che accomuna 50 ricercatori di università di tutto il mondo è appartenere ad un movimento noto come Positive Psycology che si focalizza sugli "strenghts of character that make the good life possibile and lead to a personal fulfillment and happiness" (cfr. http://www.authentichappiness.sas.upenn.edu) Tutto sommato e con le dovute approssimazioni Seligman riprende il messaggio di papà Aristotele messo in bella da Nicomaco ma lo fa su basi empiriche e con respiro cross culturale.
Infatti la cosa interessante di questa ricerca è che oltre alla tradizione ellenica circa le virtù ne ha preso in considerazione tutte le principali altre (buddismo, confucianesimo, taoismo, induismo, cristianesimo, Giudaeimo e islamismo) e dopo tre anni di confronti si è giunti alla conclusione che analizzando le principali religioni e correnti filosofiche tutte hanno in comune 6 Abiti positivi (Virtù) ai quali afferiscono 24 comportamenti (strenghts secondo la nomenclatura utilizzata da Seligman).
Riporto un testo di Seligman circa questa scoperta:
"....we read Aristotele and Plato, Aquinas and Augustine, the olt Testament and the Talamud, Confucius, Buddha, Lao-Tze, Busshido, the Koran, Benjamin Franklin and the Upanishads -some two hundreds virtue catalogue in all. To our surprise, almost every single one of these traditions flung across three thousand years and the entire face of the earth endorsed six virtues....
The details differ of course for example what courage means for a samurai differs from what it means for Plato but commonality is real and pretty remarkable to those of us raised as ethical relativists who assume that virtues are merely a matter of social convention, peculiar to the time and place of the beholder."
Le virtù e gli strenghts individutati da Seligman non sono lontane da quelle di Aristotele (per dettagli www.authentichappiness.com )
Nello scrivere questo post la riflessione che ho maturato è che da Aristotele a Seligman il messaggio è che noi siamo artefici della nostra felicità e lo siamo attraverso il nostro comportamento e le nostre azioni quotidiane. Semplice da capire ma di certo dando una occhiata attenta alla lista di "virtù" impegnativo, del resto in gioco c'è il "sommo bene" aristotelico....
Buona lettura
Ugo


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