Così, un po’ provocatoriamente, vi riportiamo un video pubblicato su internazionale.it dove, attraverso il pensiero di Machiavelli, si spiega perché non sempre la bontà è una virtù.
In sostanza nel video si dice che non possiamo essere bravi in tutto, non solo per i limiti delle nostre capacità e risorse, ma anche per i conflitti all’interno dei codici morali. In alcuni casi infatti potremmo dover sacrificare visioni neocristiane di bontà, in nome dell’efficacia. Potremmo dover ignorare i sentimenti di alcuni dipendenti, per mandare avanti un’impresa. E questo, secondo la concezione di Machiavelli, è il prezzo da pagare per affrontare il mondo così com’è e non come vorremmo che fosse. La scomoda tensione insomma tra due cose opposte che vorremmo, ma che non possiamo tenere insieme: efficacia e bontà.
Nella visione qui proposta, inoltre, non dovremmo scandalizzarci per la scelleratezza di alcuni politici, anzi non dovremmo giudicare i politici per questo. Un buon politico non è una persona amichevole, onesta e buona, ma sostanzialmente deve essere una persona efficace e per raggiungere obiettivi di efficacia può ricorrere a qualche arte più ambigua.
Forse una versione un po’ semplificata del pensiero di Machiavelli, ma un buon punto di partenza quando di fronte a decisioni importanti e a grandi responsabilità, ci sentiamo un po’ persi. Un principio di realismo che può guidarci nei compromessi necessari che potremmo essere costretti a fare nella nostra vita.
Alessia Gervasi