Serena Marenco è nata a Savona nel 1977. Appassionata di disegno sin da piccola, si è diplomata presso l'istituto statale d'arte Jona Ottolenghi di AcquiTerme nel 1996. Nello stesso anno è entrata e a fare parte del collettivo Mario Ferrari partecipando a molte mostre collettive in Piemonte e Liguria e a una "affissione d'autore" a Roma. Dal 2006 al 2009 ha lavorato in uno studio grafico di Genova realizzando l'adattamento grafico, l'impaginazione e il lettering dei manga della Dynit.
In seguito ha lavorato come fotografa freelance per un settimanale che si occupa di calcio giovanile a livello locale e come disegnatrice umoristica per alcuni editori di Genova. Da un paio d'anni collabora con la scrittrice Laura Schirru, per la quale ha realizzato le cover dei suoi libri e una serie di illustrazioni relative ai personaggi della sua saga fantasy "Stella Scarlatta". Collabora anche con Writer's Dream, realizzando cover.
Ciao Serena! Benvenuta in Vision Thing. Cominciamo con una domanda di rito: chi è Serena Marenco? Sono nata a Savona (classe 1977) ma vivo a Genova da alcuni anni, con il mio compagno, che fa il giornalista e due gatti, ma abbiamo una mezza idea di trasferirci nei prossimi mesi. Per quanto ami molto Genova (e la mia Liguria, in generale) putroppo le opportunità di lavoro sono molto poche. Vedremo. Sono una persona che ama molto le storie. Conoscerle e, in qualche modo, raccontarle. Mi piace sapere di cosa parlo e formarmi una mia opinione. Amo impegnarmi in quello che faccio, che si tratti di realizzare una tavola o cucinare un dolce (ebbene sì, sono golosa). Per questo preferisco evitare quei lavori per i quali non sono particolarmente portata. Insomma: meglio lasciar fare le cose a chi le sa fare bene, anche perché mi metto facilmente in ansia. Sono capace di svegliarmi di notte rendendomi conto di aver fatto qualcosa in modo scorretto, alzarmi e andare a sistemare.
Ti andrebbe di parlarci un po’ della tua formazione artistica? Non c'è molto da dire, in realtà. Ho frequentato l'istituto d'arte Jona Ottolenghi, ad Acqui Terme, sezione decorazione pittorica (quindi posso fregiarmi dell'inutilissimo titolo di “maestro d'arte”!!!). Tra le mie compagne di classe c'era anche la bravissima Anna Laura Cantone, che ora realizza libri per bambini (con i suoi animaletti un po' folli). So un sacco di cose su doratura, mosaico e affresco, peccato che anatomia e composizione poi me li sia dovuti studiare da sola. Infondo, però, in questo campo non si finisce mai di studiare e imparare. Ho fatto parte di un collettivo d'arte, il circolo “Mario Ferrari” con il quale ho esposto per qualche anno. C'erano però troppi “artisti” per i miei gusti. Troppa gente convinta di essere la chiave di volta dell'arte contemporanea. Ho preferito lasciare perdere e prendermi meno sul serio. :)
Diciamo che è stata una parentesi interessante ma che ormai si è definitivamente chiusa. Ho imparato a ragionare come una grafica, cosa che purtroppo molti disegnatori, specialmente tra i più giovani non sanno fare. Rispettare gli ingombri, il layout di una pagina. Rendermi conto che si è solo un ingranaggio all'interno di una macchina. Che se non rispetto il lavoro di tutti coloro che sono impegnati in un progetto rischio di compromettere il risultato finale. Molti sembrano ritenere che certe cose non siano molto importanti, quando invece sono fondamentali. Molti pensano che sia importante essere “artisti” io penso invece che sia più importante essere “professionisti”. Meglio se professionisti dotati di senso dell'umiltà :)
Segui qualche “rituale” particolare quando dai vita alle tue creazioni? No, a dire il vero non faccio nulla di diverso rispetto a quando leggo un libro o chiacchero con qualcuno in chat. Il mio compagno dice che, mentre lavoro, ho una capacità di concentrazione irritante. Io non penso che sia così,divago parecchio. Mi fermo spesso per controllare delle texture o leggere un articolo di giornale. Magari mi faccio un giro su Deviant Art in cerca di qualche illustratore interessante (spesso nelle Daily Deviation se ne vedono di davvero notevoli!) Ascolto un po' di musica. A volte ho persino la televisione accesa e seguo il telegiornale. L'unica fase in cui sono davvero “fissata” su quello che sto facendo è quella di ideazione. Una volta che ho stabilito quale deve essere l'aspetto generale, l'impressione che l'immagine deve trasmettere, procedo piuttosto in scioltezza. In genere, però, prima di consegnare, chiedo ad un amico e collega (Manuel Preitano. Ha pubblicato alcuni fumetti negli Stati Uniti. Di uno ho addirittura disegnato una cover, un millennio fa!) di dare un'occhiata. Mi fido molto del suo occhio e del suo giudizio. Quando andavo a scuola, la professoressa di disegno dal vero ci invitava ad alzarci, di tanto in tanto, e fare il giro dell'aula, per guardare i disegni dei nostri compagni di classe. Per via del processo di stilizzazione a noi riesce difficile vedere immediatamente i nostri errori. Magari ce ne accorgiamo con il tempo, ma quando un lavoro deve essere consegnato questo tempo potrebbe non esserci. Per questo trovo che sia importante avere qualcuno che ci “presti i suoi occhi”. Non so quante volte lui è riuscito, con un'occhiata, a individuare delle problematiche che a me erano totalmente sfuggite. Piccolezze, certo, che però nell'economia di una tavola possono avere un notevole peso. A volte basta aggiungere alcuni punti di luce o modificare leggermente i colori per ottenere un risultato decisamente migliore, ma c'è bisogno di qualcuno che ci dia una spintarella nella direzione giusta. È la stessa ragione per cui penso che valga di più una critica costruttiva di tanti complimenti. Un “è un capolavoro!” o “è bellissimo!!!” a parte farti piacere sul momento, lasciano un po' il tempo che trovano. Quando invece una persona decide di regalarti un po' del suo tempo per dirti cosa hai sbagliato e cosa potresti fare per migliorare è decisamente un aiuto immenso. Ovvio, se ti dicono solamente “fai schifo! Vai a zappare!!!” il discorso cambia :p
C’è qualche consiglio che vorresti dare a coloro che hanno voglia di avvicinarsi al mondo del disegno? Amate quello che fate e, se lo amate davvero, continuate a farlo. Fregatevene della tanto decantata arte, che non è qualcosa che spetti a noi definire. Non fatelo per diventare famosi, perché sono davvero pochi quelli che lo diventano e spesso sono conosciuti solo tra gli addetti ai lavori. Non fatelo per diventare ricchi. Non funziona così. Siate curiosi e voraci. Guardatevi in giro, scattate foto, leggete, fate in modo di arricchire il vostro patrimonio culturale più che potete, perché tutto quello che sapete, in un modo o nell'altro, finirà sulla tavola. Non importa quale stile deciderete di adottare: studiate le basi, assimilatele, fatele vostre, dopo di che fatene rielaboratele come volete. Qualcuno vi dirà che se scegliete uno stile umoristico lo studio dell'anatomia non vi serve, ma è una balla. Sarebbe come cercare di parlare una lingua straniera ignorandone la grammatica o voler guidare l'auto ignorando il codice della strada.
Cosa riserva il futuro per Serena? Avremo modo di incontrarti ancora? Cosa mi riservi il futuro non lo so. Ho un paio di cose in ballo, vedremo come andranno a finire. Ho imparato che si vive meglio se non ci si crea troppe ansie o aspettative per il futuro. :) Quanto al rivederci, se passate da Genova posso sempre prepararvi un cappuccino :p
E per saperne di più... Serena M. Marenco- sito