Dalla Raccolta "Le verità nascoste"
Visioni di realtà...
L'allegra tavolata, costituita tutta da giovani medici tranne i genitori di uno di loro, sedeva nel cortile della villetta godendo del profumo delle trote che cuocevano sul barbecue.La padrona di casa e madre di uno di loro rise alle loro facezie rovesciando il capo all'indietro e, nel farlo, vide al di là del muro di cinta una figura di donna che si stagliava scura nel quadrato luminoso della finestra di quella villa al di là del confine e, mentre la sua risata si spegneva nella constatazione che erano spiati, sentì nitida una risatella nervosa provenire dalla sagoma scura e un inusitato commento: "E' matta!"
Non disse nulla agli altri che non si erano accorti di quella inquietante presenza che, proprio perché folle, definiva lei matta perché rideva in lieta compagnia.Sapeva da tempo che quella donna squilibrata li spiava.
Ma non se ne era liberata del tutto neppure chiudendo con un atto di aperta scortesia i rapporti.La donna smaniava di ricevere gente a cui mostrare la sua casa che aveva riempito di oggetti costosi e "kitsch" e spesso traghettava le persone più disparate in un giro turistico della sua abitazione. Il suo narcisismo malato ne aveva bisogno e dunque pensava che anche gli altri ricevessero per questa ragione. Riteneva la casa di Marella modesta rispetto alla sua e, quando un giorno vennero in visita dei vecchi compagni di liceo del marito di Marella con le loro consorti, scoppiò da dietro la siepe ormai cresciuta, che celava la sua malata presenza in ascolto, una secca quanto rara risata isterica della poveretta. Infatti rideva raramente e mai con morbida gioia. Marella, dietro insistenza curiosa delle sue ospiti, si era affacciata sul cortile dicendo brevemente che lì c'erano due vani di servizio: cantina a destra e lavanderia a sinistra. Il riso derisorio della malata voleva sottolineare che "nulla c'era di bello e di prezioso da mostrare" in quella casa, di certo inferiore alla sua! Ella infatti aveva fatto portare da uno di quei luoghi che vendono anche caminetti e balaustre imitazione stile neoclassico, come anche i sette nani, statue di donne poggiandole sul muro esterno della casa, insieme ad una fontana a forma di fungo... In casa, durante il giro museale di prammatica, aveva mostrato a Marella una enorme statuina di una damina settecentesca poggiata sul suo comò in camera da letto; poiché quella non reagiva con gridolini di meraviglia come lei si sarebbe aspettata, insistette ripetendo due o tre volte: "E' di bisquit, è di bisquit..." Intendendo forse che era di porcellana di Biscuit. Marella la trovava brutta nel suo lucido splendore ad occupare gran parte del ripiano del comò dell'orgogliosa padrona di casa, convinta di possedere una vera opera d'arte...
Soprammobile kitsch: damina di porcellana
Marella si era guardata bene dal mostrarle mai le ceramiche ed un grande disegno incorniciato di un noto ed importante artista che suo marito e lei avevano avuto l'onore di conoscere e frequentare, né alcune stampe autentiche del '600 su carta filigranata, né una riproduzione in argento di un quadro di Vitali in limitata tiratura, né una stampa autentica del 1800 ecc. ecc.. Essendo oggetti che la poveretta proprio non poteva capire né apprezzare, come il fatto che Marella e la sua famiglia amavano quegli oggetti per il loro valore artistico ma, anche, perché avevano una storia affettiva legata a chi li aveva loro regalati e non era loro abitudine farne mostra. Certo chi se ne intendeva, entrando in casa loro, li notava subito: ma non era il caso della poveretta.