Visioni Fuori Raccordo: “Atlantis” di Massimo Ferrari

Creato il 04 ottobre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2013

Durata: 63′

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia

Regia: Massimo Ferrari

“Le civiltà nascono, crescono ed infine muoiono. Prepariamoci a questo. Atlantide non è mai esistita. È in ogni luogo”: Massimo Ferrari sceglie le parole di Pierre Benoit per aprire le porte della sua storia, una storia che non si limita a documentare ma che ricorda a chi guarda l’importanza di essere umani. Vivi. Ora.

2010, vigilia di Natale: le operaie della Tacconi Sud, stabilimento tessile alle porte di Latina, ricevono una manciata di parole stampate a comunicare loro, senza alcun preavviso, l’immediato licenziamento dalla fabbrica.
Sembrava l’ennesimo caso di diritti calpestati, l’ennesimo destinato a cadere nell’oblio: nell’oblio dei media, della storia, infine e soprattutto nell’oblio di se stessi, perché sì, ogni volta che un uomo soggiace a un altro uomo, ogni volta che non si pretende il rispetto di un proprio diritto si perde un po’ di Sé.

Le operaie della Tacconi Sud hanno invece deciso di far sentire la loro voce, di non soggiacere: questa è la coraggiosa storia di 550 giorni di occupazione e resistenza di 19 operaie, 19 donne comuni – come me, come te, come lei seduta sulla banchina ad aspettare l’autobus o a fare la fila per comprare il pane – che hanno deciso di barricarsi all’interno della fabbrica per impedire la vendita dei macchinari e riappropriarsi del loro posto di lavoro.

Capeggiate da Rosa Giancola, “il capitano”, queste donne, queste mamme, queste mogli, queste lavoratrici si sono rese protagoniste della più lunga occupazione femminile in Italia (gennaio 2010-luglio 2012) in un periodo storico in cui parole come CRISI – EMERGENZA – DIFFICOLTÀ- VELINE- CHIRURGIA PLASTICA hanno prepotentemente soppiantato termini come BENESSERE – NORMALITÀ – DONNA – SENSUALITÀ – MATURITÀ.

E la loro storia, di attese, gioie e dolori è diventata il simbolo della crisi italiana e della voglia di opposizione ad essa, anche e soprattutto attraverso le parole di Rosa diffuse attraverso i social network.

20 gennaio 2010:
“Mi chiamo Rosa Giancola, sono un’operaia della Tacconi Sud. Questa è la seconda notte di presidio all’interno della fabbrica. La prima è passata in bianco con lo sguardo sempre verso il cancello per paura di uno sgombero con la forza. Insieme a me le colleghe, qualcuna parla con il figlio più piccolo, e solo come una mamma sa fare spiega a quest’ultimo perché ‘la mamma non dorme a casa stanotte’. Si salutano dandosi il bacio della buonanotte per telefono. Non avevamo mai ascoltato la nostra fabbrica di notte; un silenzio irreale avvolge il luogo dove ogni giorno per vent’anni abbiamo lavorato e condiviso le nostre vite. Siamo qui nella speranza che questo gesto pieghi l’incuranza e la strafottenza del nostro datore di lavoro ai suoi doveri di persona per bene. Siamo qui nella speranza di non essere dimenticate. Riflessioni notturne le mie, mentre penso se riusciremo a resistere, se e per quanto tempo non sarà stato inutile tutto questo”.

Massimo Ferrari, già autore e regista di diversi documentari sui miti del cinema italiano, ha voluto questa volta filmare e mostrare un altro mito: una battaglia <in Rosa> che ricorda a tutt@ di ricordarsi di sé imponendo ad ognuno la costruzione del proprio destino, senza vittimismi.

Il regista , raccontando parallelamente alla resistenza delle donne della Tacconi  Sud la storia di Margherita Dogliani, virtuosa imprenditrice alla guida di una fabbrica di dolciumi di Carrara, decide di non dar sfogo con il proprio documentario al malcontento comune, condito di lamentele, esili forzati all’estero, tragiche storie di disoccupazione, ma di narrare le vicende di eroi comuni che hanno deciso di urlare e non di tacere, di cambiare e non di perpetrare: nell’errore, nell’ingiustizia, nel silenzio.

Mentre Rosa, tra forza e paure, capeggia il suo esercito di donne, in un’altra piccola cittadina italiana Margherita guida con maestria, in un clima di rispetto ed amicizia reciproci, un biscottificio artigianale gestito interamente da donne che ‘sforna dolci e produce pensiero’. Come Rosa, anche Margherita ha deciso di opporsi ad uno stato di cose a cui siamo fin troppo abituati. “La crisi”, dice l’imprenditrice, “non coinvolge l’economia o il lavoro. Quella che stiamo vivendo è prima di tutto una crisi morale, visibile ogni volta che l’uomo dimentica di essere un individuo o da tale non si comporta”. Cosciente di questo, una volta ereditata l’attività di famiglia, Margherita ha deciso di sperimentare un nuovo concetto di fabbrica: una fabbrica che diventa momento di produzione ma anche di confronto, di condivisione, di crescita e cultura.

Queste due donne dai sintomatici nomi di fiori, sono le eroiche protagoniste di un documentario che ridà forza a chi l’ha persa, luce a chi si è spinto nel buio.

Atlantis, già Primo Premio al Workers Unite Film Festival di New York, Premio Speciale della giuria alla Festa del documentario di Cortona, selezionato al Festival del cinema dei diritti umani di Napoli ha aperto il 3 Ottobre la seconda giornata del Visioni Fuori Raccordo – Racconti e immagini dalle periferie ospitato al Cinema Aquila.

Dalila Lensi

Scritto da Redazione il ott 4 2014. Registrato sotto FESTIVAL, RECENSIONI FILM VISTI AI FESTIVAL, TAXI DRIVERS CONSIGLIA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione “”

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