Visita al Museo

Creato il 19 ottobre 2015 da Massimo Citi

Il museo in questione è il Mu.Fant. (nome opinabile, ma tant'è), ovvero il Museo del Fantastico e della Fantascienza, sede via Reiss Romoli 43. Questo sabato, il 17 ottobre, c'era l'inaugurazione e, come si dice in questi casi, non potevo - né volevo - mancare.  Via Reiss Romoli, per chi non conosce Torino, è un angolo posto all'estremo Nord della città, dove sorgono alti e malinconici casermoni, nati nel corso della massiccia immigrazione avvenuta a Torino negli anni '60. La sede del museo è in una ex-scuola media posta nel mezzo dei suddetti casermoni, dove mia moglie ha insegnato all'inizio degli anni '80. Infatti è stata mai moglie a guidarmi in questo luogo, distante almeno una decina di chilometri (di città, non di campagna) dalla casa avita. Tempo dell'attraversamento: 42' e 37'' e un numero non computabile di semafori. Ma siamo arrivati, abbiamo parcheggiato all'ombra (si fa per dire, faceva un tempo grigio tipicamente torinese) di uno dei casermoni e siamo partiti alla ricerca del Museo. Non c'è voluto molto per trovarlo, bastava seguire alcuni individui armati di macchina foto e con aria smarrita per individuarla.  Ed eccolo, con striscione blu che l'annuncia.  Il principale problema del Mu.Fant. era l'eccesso di "reperti", cioè poster, modelli di astronavi e altri futuribili mezzi di locomozione, riviste, gadget, abiti di scena, in rapporto allo spazio per l'esposizione. Ulteriore problema, l'esistenza di una vasta biblioteca tematica in parte lascito di Riccardo Valla a suo tempo relegata al IV piano mentre il resto dell'esposizione era al piano terreno. E che la biblioteca fosse vasta e ricca posso testimoniarlo personalmente dal momento che con mia moglie collaborammo a spostarla qualche mese fa... qui potete trovare il racconto dell'esperienza Tutto ciò detto, una volta entrati nel museo, accolti da alcuni inquietanti individui vestiti da Visitors, [*] e saliti al primo piano abbiamo finalmente potuto accedere al museo. Beh, accedere è un parola grossa, diciamo che abbiamo «potuto tentare di vederlo facendoci largo tra fiumane di visitatori». La nostra sensazione è comunque che il museo sia una cosa che merita vedere, anche se non siete appassionati di fantascienza o di fantastico. In particolare gradevolissimi e particolarmente meritevoli di attenzione - personalmente ci ho passato più o meno una mezz'ora - due sale dedicate al futuro "anteriore", ovvero alla visione del futuro a fine '800 e prima metà del '900. 

     
chiedo scusa per la qualità delle illustrazioni, ottenute con un telefono (lo so, lo so, lo usano tutti ma io non lo so usare - perlomeno non bene. In più l'illuminazione museale è per il momento ancora quella di una scuola media, quindi inadatta a un museo).  Notevoli anche gli spazi dedicati alle serie "storiche" della sf come Spazio 1999 e Star Trek

gli spazi dedicati a Star Wars e ad altri grandi film come Il pianeta proibito o Ultimatum alla Terra. Sezioni dedicate alla sf in Italia, ovvero ai non pochi programmi dedicati alla fantascienza nella RAI degli anni '70 e al Cyberpunk: 
Ultimo accenno di una visita necessariamente frettolosa, la biblioteca, vasta e ricca. Da non perdere. Piccolo disappunto: avrei dovuto incontrare Lady Simmons durante la mia visita, ma non sono riuscito a intercettarla. Troppo affollamento, evidentemente.  Che cosa aggiungere? Beh, presto detto, consiglio caldamente i miei quattro lettori di visitare il Mu.Fant. o inserirlo tra i propri obiettivi in caso di visita a Torino, accanto alla Venaria, al Museo Egizio e agli altri musei.  Tutta la mia stima per coraggiosi che hanno contribuito a rendere il museo una realtà, anche se defilata. Inventare un museo non è facile e sostenerlo ancora meno.  Ultima cosa: il Mu.Fant. dal 1 gennaio 2016 entrerà ufficialmente tra i Musei della città.  Giustamente.     
[*] Serie televisiva americana ritrasmessa in Italia nel 1986, dove gli amati visitatori della Terra si rivelano rettili alieni criptonazisti e umanivori e che hanno in progetto di rendere il nostro pianeta il loro allevamento. Esilarante con qualche buon momento.

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