Vissero a Milano: Foscolo a Paneropoli

Creato il 20 luglio 2011 da Claudialepo
Sono davvero tanti i letterati, gli artisti e in generale le persone famose che vivono o sono vissute a Milano. Mi va di scoprirne alcune con voi, cercando anche di indagare il loro rapporto con la città. Cominciamo con il buon vecchio Ugo Foscolo, il poeta che tutti abbiamo studiato a scuola. Sono nata a Firenze e preferirei andare a spazzare in una polveriera piuttosto che offendere i fiorentini, però devo dirlo: a volte ci lodiamo senza ragione. Il Foscolo, si sa, nacque in quell'isola di Zante resa famosa dal sonetto dello stesso autore, quell' 'A Zacinto' che ci ha convinto della bellezza di un'isola dove nessuno di noi ha mai messo piede. Io personalmente credo di non averne nemmeno mai osservata un'immagine e quindi ne inserisco una in questo post, così che tutti noi possiamo finalmente capire di cosa parlava una delle tante poesie lette per imposizione. Tra l'altro, converrete con me che il posto sembra splendido. Si trova nello Ionio e all'epoca apparteneva alla Repubblica di Venezia. Dunque Foscolo non è nato a Firenze, eppure Firenze si fa ampio vanto di lui, quasi come fosse stato un suo cittadino. In effetti, visse uno dei suoi rari periodi felici proprio nel capoluogo toscano, tra il 1812 e il 1813. Le città della sua vita però furono altre, da Spalato e Venezia a Milano, passando anche per la Francia, per la Svizzera e per finire a Londra. Con Milano Foscolo sviluppa una relazione molto interessante A cavallo tra Settecento e Ottocento, il Foscolo vi vive e vi ritorna, come esiliato, da insegnante a Pavia da militare dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia. Foscolo detesta Milano e deride i i milanesi. Di Milano non apprezza niente e si accanisce anche sui piccoli dettagli caratteristici, come l'uso di bere la panéra, una specialità locale a base di caffè con la panna. Sbeffeggiando questa innoqua abitudine, chiama la città Paneropoli. A livello più sostanziale, non tollera l'attaccamento alla proprietà che caratterizza i milanesi. Milano dà comunque all'ingrato Foscolo tutto ciò che lo aggrada, dalle belle donne di cui si innamora con nota facilità al gioco d'azzardo, con la nuova invenzione, la roulette e in seguito la legalizzazione del gioco. Ottiene anche una cattedra per insegnare nella vicina Pavia e può godere della stimolante compagnia di tanti altri letterati eccellenti che in quegli anni si trovano anche loro a Milano. Il suo carattere litigioso, tuttavia, gli impedisce di accorgersi del buono che ha intorno e, per tutta la sua permanenza, sembra concentrato sulla critica degli aspetti negativi, più che sul godimento della ricca città capitale delle repubbliche Cisalpina (1796-1799) e Italiana (1802-1805) prima e del Regno d'Italia poi (1805-1814).

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