Vista da vicino la regina Teodolinda non ha più segreti!

Creato il 12 marzo 2015 da Artesplorando @artesplorando

Sogno e partenza di Teodolinda, dagli affreschi della cappella di Teodolinda

Ammirare da vicino trionfi, d'oro, d'argento, di lacche e pietre preziose, e poi i volti, le vesti e le armature di re, regina e la corte tutta. E' un'occasione da non perdere, la visita ravvicinata agli affreschi della Cappella di Teodolinda nel duomo di Monza, realizzati tra il 1441 e il 1446, la più vasta impresa decorativa del gotico internazionale. Vale un viaggio la possibilità di salire fino a Pasqua, sulle impalcature del restauro appena concluso (con prenotazione al numero 039-326383 o via mail a info@museoduomomonza.it). Perchè ci regala un sogno di sontuosa corte quattrocentesca che gli Zavattari conoscevano, dipingendo le vicende longobarde come se fossero dei milanesi Sforza e Visconti. E ci regala anche l'incontro con una donna, Teodolinda (570-627), che pare vissuta oggi anzichè in un passato lontano.Principessa bavarese sposata a un longobardo, rimasta vedova ottenne di conservare la corona e scegliersi il nuovo sposo o almeno così si narra. Vedova una seconda volta, regnò in nome del figlio minorenne. Fu lei l'arbitro del regno, in un epoca di difficili equilibri tra i franchi, i bizantini, il papa e le faide interne. E fu ancora lei a volere la reggia estiva a Monza, con tanto di chiesa dove assicurare anche il sonno eterno di se stessa e dei suoi. Forse non è un caso che anche oggi a Monza la storia si a declinata al femminile grazie alle restauratrici che per sei anni hanno ripreso con pazienza i brandelli di pittura e d'intonaco che si stavano pericolosamente staccando dalle pareti, e hanno restituito la brillantezza dei colori e dei rilievi antichi. Ogni scelta nel restauro è stata frutto di studi e analisi diagnostiche precise che hanno rivelato non pochi segreti del modo di lavorare della famiglia Zavattari e del loro uso di colori e preziosi. E tutta l'operazione è stata promossa dalla Fondazione Gaiani che dal 2007 tutela e gestisce il patrimonio artistico del Duomo di Monza, primo fortunato esempio in Italia di collaborazione tra Chiesa e un privato. Seguendo le orme della cattolica Teodolinda mecenate di Monza, che ha saputo promuovere la propria religione tra i longobardi ariani, proiettandoli nel futuro. E i doni che Papa Gregorio Magno le fece, custoditi nel Museo, sono preziosa prova della sua lungimiranza.

Banchetto delle nozze di Teodolinda, dagli affreschi della cappella di Teodolinda


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