"(...) I valori che ispirano la scelta di chi decide di mettersi in proprio sono altri. Ad esempio, il rifiuto delle gerarchie, specie se soffocanti e insensate, la valorizzazione dell’
autonomia e della
responsabilità, l’assunzione del rischio, infine la preferenza per l’
egualitarismo e la
solidarietà invece che per la competizione. Perché gran parte dei nuovi
free lance se ne infischia di ogni forma di sacro rispetto per il Professionista con la P maiuscola, per il Consulente o l'Esperto, che in genere sono tali solo perché qualche casta o ordine li ha investiti si questa carica. E preferisce andare al sodo, alla relazione con i clienti, alla produzione di
idee e
progetti. Ci sono anche altri tratti che, secondo i due autori caratterizzano i lavoratori autonomi di seconda generazione: la
curiosità intellettuale, una certa
umiltà di fronte alle cose e alle persone, la rinuncia ad un'idea standard di carriera e forse persino all'idea stessa di carriera. (...)"
Via Vanityfair.it - Vita da freelance. Come sopravvivere all'incubo