Questo mese nella nostra rubrica “Vita da mamma” vi presentiamo Alessandra (@alexaxa84) e la piccola Arianna.
Arianna ed Alessandra vi conquisteranno con la loro dolcezza e delicatezza. Ma conosciamole meglio…
Sono Alessandra, ormai trentenne e mamma di una principessa di quasi dieci mesi.
Ho conosciuto mio marito nell’estate del 2007, estate che ricorderò come la più bella in assoluto, fatta di baci rubati, di batticuore, di intrecci di mani e cuore.
In pochissimi mesi ho stravolto la mia vita e tutto questo solo per permettere a quell’amore di crescere e alimentarmi di sorrisi e di speranze.
In sette anni insieme ho raggiunto molti traguardi: mi sono laureata, ci siamo trasferiti a Pisa, abbiamo deciso di sposarci e poi è arrivata Lei.
Ho avuto una gravidanza bellissima. Pochissimi disturbi, pochi patemi d’animo.
Ho cercato di godere con ironia e vivacità anche dei chili di troppo che si accumulavano su cosce e fianchi, certa che l’allattamento mi avrebbe aiutato a smaltirli.
Quando avevo il pancione non passavo le ore ad accarezzarlo o a parlarci ( se non per intimorire la piccola peste quando si divertiva a ballare la zumba), mi sentivo come in sospeso. Volevo solo conoscerla e innamorarmi di Lei.
Senza contare che ho passato gli ultimi mesi sui libri per preparare gli orali per l’esame d’avvocato, che non ho passato a novembre.
Ecco questo forse è uno dei rimpianti legati alla mia dolce attesa: non essermi goduta appieno gli ultimi periodi, non aver passato i giorni a stirare micro tutine e fare bucati profumosi.
Non ho mai, dico mai, avuto paura del parto.
Come tutte le mamme, speravo nascesse prima, ma come spesso accade si è fatta attendere qualche giorno. Per quanto doloroso e lungo sia stato, credo che dare alla luce Arianna sia stata una delle cose che mi sia riuscita meglio.
Dopo di allora io non sono stata più la stessa. Sono diventata una mamma.
Ricordo quando l’ho presa in braccio per la prima volta alla nursery.
E’ stato in quel preciso istante che ho capito che mi sarei dovuta abituare all’idea di avere un pezzo del mio cuore in giro per il mondo.
Grazie all’aiuto delle ostetriche, sono riuscita ad allattarla. Era uno dei miei più grandi desideri ma non nego che è stata dura. Non perché sono sorte difficoltà pratiche, semplicemente per la stanchezza che alcune volte mi ha insinuato dubbi e timori.
Arianna è stata fin da subito una bambina molto autonoma, ha sempre dormito nel suo lettino, ha imparato (non con pochi sacrifici) a rispettare delle piccole regole quotidiane.
Tutto quello che ho fatto con lei è stato il frutto di scelte personali.
Non ho ascoltato consigli né pareri, non ho letto libri (se non in momenti in cui i suggerimenti erano già belli e radicati nelle nostre abitudini giornaliere), ho semplicemente fatto come ritenevo più giusto, secondo il mio senso delle cose.
Devo dire che lei mi ha aiutato molto, è stata abbastanza buona, non è sicuramente una bimba capricciosa e non ha mai passato intere giornate a piangere.
Questo credo sia dovuto solo al carattere, e lo sostengo anche quando la gente si complimenta con me dicendo che ho fatto un buon lavoro.
Nonostante la lontananza dalla mia famiglia e da quella di mio marito, Ary si è abituata fin da subito ad “andare” con tutti. Ha avuto tantissimi “Zii” che l’hanno coccolata e viziata a dovere.
A luglio, dopo esattamente 5 anni, siamo ritornati a casa, in Campania.
Una casa grandissima, ancora da ristrutturare completamente, tanti progetti lavorativi e soprattutto loro: i nonni. Che dire: non mi par vero.
Dopo 8mesi di “io-solomamma” ho ripreso ad apprezzare la spensieratezza di una doccia più lunga di 5 minuti, una serata con mio marito, una giornata al mare nelle ore più terribili.
Non sono una mamma perfetta. Alcune volte mi sono sentita annientata, ci sono stati giorni in cui mi sentivo arrabbiata con il mondo intero perché alle 7 di sera non era ancora riuscita a lavarmi la faccia. Ancora ora, nonostante il salto di qualità grazie all’aiuto dei nostri genitori, passo il tempo a sistemare casa, a lavare e stirare la sua roba, a scattarle mille foto per non perdere mai neanche un attimo, tutto questo magari con la pinza gialla nei capelli e il trucco della sera precedente.
Sicuramente la mia vita è cambiata, ma solo perché un figlio ti spinge a non essere più te stesso nel momento esatto in cui realizzi di averlo messo al mondo.
Tutto quello che è stato non sarà più come prima, sarà molto, molto di più.