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Vitali (Udc): “Censire il patrimonio comunale è compito dei dirigenti, non dei consiglieri Borsella e Romani. Che sono imprenditori edili”

Creato il 14 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il capogruppo Udc: “Chi controllava in passato i canoni di locazione?”

“E manca un’organizzazione: è assurdo che la stessa pratica sia gestita

in maniera differente dai diversi uffici”

Nei giorni scorsi – la scelta è stata comunicata in Consiglio comunale – il sindaco ha rinnovato l’incarico ai due consiglieri Roberto Borsella e Gabriele Romani di censire, monitorandone

Vitali (Udc): “Censire il patrimonio comunale è compito dei dirigenti, non dei consiglieri Borsella e Romani. Che sono imprenditori edili”

Roberto Vitali (foto tratta da Facebook)

numero e stato di manutenzione, gli immobili di proprietà del Comune. Al di là della questione di opportunità nell’assegnare un incarco di questo genere a due imprenditori edili, che alcuni hanno sollevato ravvisando una sorta di potenziale conflitto di interessi (per quanto mi riguarda: meglio assegnare un incarico, peraltro a titolo gratuito, a chi è del mestiere, competente), mi preme riflettere su un altro aspetto della vicenda. Ossia: perché il sindaco deve essere costretto ad conferire la delega al Patrimonio a due consigliere comunali? E’ una cosa assurda. Dove sono i dirigenti, strapagati? Non dovrebbe essere uno dei loro compiti quello di monitorare e censire il patrimonio immobiliare del Comune? Un patrimonio – che ora per la prima volta si è cercato di monitorare in modo organico – rispetto al quale è emersa più d’una incongruenza. Tanto per citarne qualcuna: box del valore di 20mila euro che percepivano un canone annuale di 50mila euro; abitazioni del valore di 100mila euro che percepivano canoni di 300mila. Mi chiedo: ma chi controllava i canoni di locazione negli anni passati? Nessuno, evidentemente.

Leggo poi sulla stampa locale che Borsella e Romani convocheranno i dipendenti per avviare le procedure per il censimento immobiliare. Due consiglieri? Strano: pensavo dovessero essere i dirigenti preposti a sovrintendere e gestire il lavoro dei propri sottoposti.

Un altro aspetto della disorganizzazione sta poi nel fatto che uffici diversi utilizzano software diversi, rendendo la comunicazione e il passaggio di informazioni assai difficoltosi. Pratiche identiche gestite in maniera differente a seconda della scrivania sulla quale finiscono. Dati che non possono essere condivisi, messi in rete. Insomma: lo stesso lavoro fatto due volte. E anche qui mi domando: ma i dirigenti dove stanno?

Roberto Vitali

capogruppo Udc, Cremona

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