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Vitali (Udc): “Non si può giudicare un vigile dal numero di multe”, ma intanto ne dà una anche al Pd nel traffico delle alleanze

Creato il 31 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Eh no, non si possono mettere sullo stesso piano le multe di Corada con quelle di Perri. Aumentare i proventi da multe, oggi, non ha la stesso significato che aumentarli anni fa. Calato il potere d’acquisto, aumentati i casi drammatici di cui ci parlano le graduatorie dell’Aler presentate da Mino Jotta (ex Pdl o ancora Pdl, ma comunque uomo dal triplo stipendio tanto per dire: insegnante, professionista e presidente Aler, complimenti, fra le tante ingiustizie economiche anche molto maggiori che si vedono oggi), dare un’altra mazzata non è la stessa cosa, soprattutto dopo l’aumento di tasse e tariffe inventato dal Comune pur di assumere dirigenti e non risparmiare come doveva. Al cittadino poi interessa come lavora al proprio interno l’amministrazione? Non lo sa, non ha nemmeno le informazioni sufficienti a giudicare e ha il diritto di dedicarsi ai fatti propri. Il cittadino si vede la multa da pagare punto e basta. E oggi questo è un problema serio per il reddito fisso o peggio il reddito precario. Il peso specifico delle multe aumenta: c’è chi ha il terrore del postino e di Equitalia. Basti pensare anche alle reazioni clamorose per il balzello a sorpresa, anche se non di molti euro, del consorzio di bonifica. Ogni euro in meno fa soffrire più del precedente, anche perché le entrare non aumentano mai. Il Partito democratico da tempo chiede mano leggera sui contribuenti, anzi insiste perché il Comune dia segnali di vicinanza e comprensione da parte del Comune. Lo ha dichiarato proprio Corada in un consiglio comunale dell’era pre-vitaliana.

Roberto Vitali (Udc), consigliere comunale e dipendente di un istituto di sicurezza, interviene puntualmente sull’operato del sindaco Perri, e sente però il bisogno di attaccare pesantemente, liquidandola con poche parole, anche la critica del Pd. Pare un chiaro messaggio, adesso che si riparla di alleanze. “Non vi vogliamo”, come ha sempre detto l’Udc al Pd, che a Cremona è in maggioranza e a Crema in minoranza ma pare invisibile. Accetterà questo gioco il Pd? Si umilierà così il Pd, digito sudando freddo? Se ci si allea con il centro è il centro al volante e Perri è pronto a dare la multa? Vitali sembra la persona giusta, con la sua disinibita vivacità politica, a stimolare qualche nuova riflessione. Notoriamente la Federazione della Sinistra ha da poco lanciato un appello sul programma che potrebbe consentire una brillante alleanza diversa dalla solita rincorsa al centro sconquassato che non decolla mai.

Cade da questo discorso, in generale, da parte di tutti, l’impegno sul contrasto all’evasione fiscale, pur presente nei dati mostrati ieri su La Provincia e qui tra noi dal Pd. Ed è forse il dato principale. Troppi autisti mancati di formula 1 (c’è troppa propensione negli italiani a violare il codice della strada, sottolinea Vitali: qualcuno vuole smentirlo?), ma anche scarso recupero di soldi evasi al fisco e un’esagerazione di multe dagli importi incredibili. Se viaggi ai 53 all’ora in un centro abitato rischi una multa da circa 30 euro e non hai fatto male a nessuno tranne che alla statistica. Se vai ai 120 all’ora su un’ex statale puoi pagare centinaia di euro. Ma quali sono i rischi che hai corso e che hai fatto correre agli altri? Spesso proprio nessuno. Sembra quindi una valanga di soldi causata da regole che ovviamente vanno rispettate ma non sono portatrici di messaggi educativi. E’ solo repressione e anche troppo pesante per un territorio che tira la cinghia. A che serve reprimere poi quando le strade sono lentissime per colpa dell’amministrazione provinciale che rinvia la nuova Paullese fino al giorno di chissà quali elezioni, e comunque non ci sono soldi per costruire nuove infrastrutture, e persino i treni soffrono, dunque la mobilità pare un lusso mentre la velocità è una necessità?

In Emilia Romagna si sono notati dati più consistenti, e ormai da anni, sulla lotta all’evasione fiscale dei comune. Cremona purtroppo come la Lombardia non insiste o almeno non rende noti risultati altrettanto convincenti.

Il problema per noi qui è che il Partito democratico non preme troppo il piedino sulla lotta comunale all’evasione fiscale. Più comodo prendersela per la popolare multa che suscita grandi arrabbiature e lascia il segno. E questo comportamentino del Pd non ci convince molto, se non sarà seguito da una lotta durissima dell’Invincibile Armata di Magnoli ai killer del bilancio pubblico.

Notevole il contributo tecnico di Vitali, che getta luce sul lavoro quotidiano dei vigili (ma perché il Comune non fa parlare di più i dipendenti e meno i soliti assessori in scadenza storica?).

Di seguito l’intervento del consigliere comunale di Cremona Roberto Vitali (Udc) sul caos multe.

Il capogruppo Udc Vitali sul caos multe:

“Da Perri errore di comunicazione e di merito”
“Non si può valutare un vigile dal numero di contravvenzioni che eleva”

“Ma il Pd, che ora critica, fece lo stesso”
“Incoerente anche il centrodestra, che, sebbene giustamente, criticò Corada”

Apprendo dalla stampa – accogliendola favorevolmente – la decisione del
sindaco Perri di rivedere i criteri da inserire nelle schede di valutazione
degli agenti della polizia municipale. Un ravvedimento, un pentimento
opportuno che tuttavia non può far passare in secondo piano i due errori, uno
di comunicazione ed uno di merito, da lui fatti. I quali, messi assieme, formano un
grosso errore politico. Il primo – semplice nella sua evidenza – consiste in un
difetto di comunicazione all’interno della macchina amministrativa: il
Comandante dei Vigili su una questione così delicata avrebbe dovuto perlomeno
informare il suo referente politico (in questo caso direttamente il sindaco,

avendo la delega alla Sicurezza) prima di rendere effettiva, ufficiale, la scelta dei criteri di valutazione.
Anche se, beninteso, come espresso nella nota diramata dall’amministrazione,
“la specificazione degli obiettivi di settore rientra infatti nell’autonomia
gestionale dei singoli dirigenti, pur nel rispetto degli indirizzi generali
dell’amministrazione”. Che evidentemente – questi ultimi – non sono stati ben
enucleati dalla Giunta.
Il secondo abbaglio, come detto di merito, attiene intrinsecamente al metodo
di valutazione. Gli agenti di polizia municipale rappresentano l’avanguardia
di un Comune, ossia l’interfaccia tra il cittadino e l’Amministrazione. Non
possono quindi essere valutati, pesati, per il numero di contravvenzioni che
elevano. Esempio di scuola: succede un incidente che tiene impegnato mezza
giornata il vigile. Il quale, quel giorno, non ha tempo di fare multe. Ergo:
non è stato un buon agente. Non posso essere costretto a chiedermi, mi metto
nei panni del vigile, di sera a casa, dopo una giornata di lavoro: “Oggi
fatto multe? No. Quindi avrò lavorato bene lo stesso? Come mi giudicherà il mio capo?”.

Una valutazione di questo tipo potrebbe per assurdo distogliere l’agente da
mansioni importanti per inseguire l’obiettivo delle ‘multe quotidiane’. Ciò
non significa presidiare il territorio, fare informazione, prevenzione.
Significa repressione tout court. Che sono certo non essere l’obiettivo di questa
amministrazione. Insomma, non è più bravo chi fa più multe. Ma chi lavora
meglio, chi svolge meglio l’attività di controllo del territorio. Attività
che, naturalmente, deve comportare l’elevazione di sanzioni qualora vengano
riscontrate violazioni.
Un’ultima considerazione. Negli ultimi anni è aumentata sempre di più la
necessità di reperire fondi. E non si mai voluto ufficializzare – sul piano
dell’immagine sarebbe stato un boomerang, una macchia difficilmente
cancellabile – ciò che è sempre stato sotto gli occhi di tutti: le multe
servono per fare cassa. Oltretutto, c’è da dire, che noi italiani siamo
particolarmente propensi a infrangere il codice della strada. Bene, allora si
elevino sanzioni. Si è sempre operato in questa maniera. Nell’incapacità di
percorrere terreni alternativi.
Sfugge quindi il motivo della tanta virulenza del Pd nel criticare Perri,
stigmatizzandone l’obiettivo di far cassa con multe. Ricordo bene che Corada,
tre o quattro anni fa, sdoganò tale modus operandi, seppur ponendo l’asticella
sul gettito da incassare piuttosto che sul numero di contravvenzioni da
elevare. Non cambia la sostanza. E il centrodestra di allora? In Consiglio
giustamente protestò. Per poi però ritrovarsi, oggi, a dover/voler affrontare la
questione nello stesso, identico e vessatorio modo.

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