Vitalizi ai Ladri di Stato?

Creato il 17 ottobre 2015 da Ritacoltellese
Da: QN

Abolizione dei vitalizi, sette politici ricorrono. "Teniamo famiglia". C'è pure De Lorenzo

I ricorrenti - sette - sono Francesco De Lorenzo, ex ministro coinvolto in Tangentopoli; Giulio Di Donato e Raffaele Mastrantuono, entrambi ex Psi; Giancarlo Cito, ex Psdi, Gianmario Pellizzari, ex Dc; Giancarlo Galan (ex ministro FI e governatore del Veneto) e Amedeo Matacena (parlamentare FI) Roma, 17 ottobre 2015 - C'è l'ex ministro tangentista, c'è il governatore accusato di corruzione, c'è il parlamentare condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Tutti, , malgrado le alterne vicende giudiziarie, destinatari di lauti vitalizi. Almeno finché il Parlamento, a luglio di quest'anno, non ne ha deciso l'abolizione. E loro? Non l'hanno presa bene: all'inizio hanno provato col "tengo famiglia", poi sono passati alle vie legali. Facendo ricorso.  Lo riporta La Stampa. I ricorrenti - sette - sono vecchie conoscenze della Prima Repubblica ma anche volti noti delle recenti cronache politico-giudiziarie: Francesco De Lorenzo, ex ministro coinvolto in Tangentopoli (4.013 euro mensili); Giulio Di Donato e Raffaele Mastrantuono, entrambi ex Psi; Giancarlo Cito, ex Psdi, già sindaco di Taranto, Gianmario Pellizzari, ex Dc; Giancarlo Galan (ex ministro FI e governatore del Veneto, invischiato nella corruzione del Mose, ha patteggiato 2 anni e otto mesi e dai domiciliari) e Amedeo Matacena (parlamentare FI), 5 anni da scontare per concorso esterno in associazione mafiosa, ora a Dubai in attesa di essere estradato. Gli ultimi due non hanno ancora maturato il diritto per la pensione, ed hanno pensato bene di cautelarsi con un ricorso 'preventivo', affindandosi all'avvocato Mario Paniz, ex collega di FI, già in prima linea contro i tagli dei vitalizi dei consiglieri veneti e friulani: "La delibera è illegittima - tuona -. Il sussidio non può essere cancellato da un semplice atto regolamentare e perché la norma è retroattiva e tocca diritti acquisiti". Ma oltre alle motivazioni giuridiche ci sono ragioni, per così dire, umanitarie: "Come possiamo permettere – si chiede Paniz - che De Lorenzo, quasi ottantenne, venga privato di una risorsa di cui vive da 21 anni?". Per Mastrantuono e Di Donato, invece, il problema sono le ex mogli: la cessazione del vitalizio (3.884 e 4.035 euro mensili a testa) non permetterebbe loro "di far fronte agli obblighi di assistenza familiare". Mentre per Pellizzari e Cito, l’assegno di 5.481 per il primo e 2.390 euro e per il secondo, rappresenterebbero "l’unica fonte di sostentamento".  A valutare l'accoglibilità dei ricorsi sarà il Consiglio di giurisdizione, organo interno della Camera composto da tre deputati-giudici, Alberto Losacco del Pd, Antonio Marotta di Ap e Tancredi Turco, ex grillino di Alternativa libera che proprio sull'abolizione dei vitalizi ha presentato un proposta.  In tutto sono 18 gli ex deputati e senatori colpiti dalla delibera: tra loro Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, Cesare Previti. Che non si vergognino di niente è pacifico: gente che ha approfittato della propria posizione politica, ben pagata, per rubare il denaro pubblico, non si ferma davanti a nulla. Chi dovrebbe fermarsi, per non scadere nel fango, è lo Stato nella forma giuridica delle sue Istituzioni che debbono esaminare tali INDECENTI ricorsi. Questi "signori" hanno commesso dei reati contro i Beni Pubblici, a danno dei cittadini, dunque che si risponda che i loro vitalizi, privilegi INDEGNI rispetto a tutti gli altri cittadini di una Repubblica che è democratica e che deve rispettare il principio di uguaglianza, qualora qualche cavillo giuridico consentisse ai loro avvocati di riottenerne la fruizione, debbono essere sequestrati a vita per risarcire il danno allo Stato e ai cittadini contribuenti.