Infatti se la futura mamma ha bassi livelli di vitamina D aumentano le possibilità che il suo bambino possa avere carie. Una ricerca pubblicata su Pediatrics, condotta dall’Università di Manitoba, in Canada, su 207 donne incinte.
I ricercatori hanno monitorato i livelli di vitamina D nel sangue delle donne mentre erano in attesa e controllato la salute orale dei bambini fino a un anno di età. Risultato: il 33% delle donne aveva livelli bassi di vitamina D, il 22% dei bambini aveva problemi di demineralizzazione dello smalto e il 36% addirittura dentini cariati.
E le mamme dei bimbi con problemi di salute orale erano proprio quelle con carenza di vitamina D. Vitamina che per altro protegge la salute delle nostre ossa e dei denti in tutte le età della vita, perché stimola l’assorbimento del calcio e la mineralizzazione dell’apparato scheletrico.
Inoltre, mettendo in moto un meccanismo antinfiammatorio, dovrebbe difenderci da malattie come asma, dermatite atopica, ma anche rialzi pressori – spesso frequenti proprio in gravidanza – nonché diabete e malattie cardiovascolari.
Quanta vitamina D dovremmo assumere? «Ne servono 15 mcg al giorno e questo vale in tutti i periodi e le età della vita, tranne dopo i 75 anni quando si sale a 20 mcg»
Come possiamo garantirci una quantità adeguata di vitamina D?
con la dieta copriamo in media solo un quinto del fabbisogno giornaliero: 2,6 mcg gli uomini e 2,3 mcg le donne e l’inquinamento che fa passare i raggi solari cancerogeni ma ferma quelli “buoni” che servono a produrre vitamina D, l’abitudine a stare poco all’aria aperta, quella di coprirsi molto e l’eccesso di grasso non sono certamente degli alleati per il nostro benessere.
Il 75% degli italiani di età superiore ai 60 anni ha una carenza di vitamina D l’integrazione può essere davvero una soluzione opportuna
FONTE – Corriere della Sera
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