Insomma, ogni vitello dovrà avere una specifica carta di identità per essere riconosciuto come IGP.
I vitelli devono essere allattati naturalmente dalle madri fino al momento dello svezzamento. Successivamente la base alimentare varia con foraggi freschi e/o conservati provenienti da prati naturali, artificiali e coltivazioni erbacee tipiche della zona geografica indicata. Nei quattro mesi che precedono la macellazione è vietato alimentare il bestiame con foraggi insilati e sottoprodotti dell’industria. Il ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali svolge la vigilanza necessaria all’applicazione del disciplinare di produzione. Ulteriore strumento di controllo è operato dal ‘Cconsorzio di Tutela’ che ha come scopo principale la salvaguardia del marchio ‘IGP- VITELLONE BIANCO DELL’APPENNINO CENTRALE’. Il Consorzio opera per favorire la qualità delle produzioni, garantire la tracciabilità delle carni e vietare abusi e contraffazioni.
Diversi sono i tagli di questa straordinaria carne e quindi tanti sono gli utilizzi in cucina: da piatti a cottura rapida, come la brace, ad arrosti e brasati. Qualsiasi sia la ricetta o la preparazione, il ‘Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP’ è un alimento altamente qualificato: una bontà garantita!