«C’è qualcosa
di nuovo intorno, se ha un legame
col passato non so né saprò mai.
E allora prendo le distanze,
nell’atto di ricomporre l’edificio
di un tempo che è stato distrutto»
Vittore Fiore, Qualcosa di nuovo intorno, Edizioni Il Laboratorio, Parabita (Le) 1989
L’impegno di Vittore Fiore è quello che appartiene alla pratica del far luce, del penetrare nelle situazioni spinose del nostro Sud tentando carte alte da giocare, rintracciabili in quella dimensione intellettuale che nell’apertura si realizza. Poeta, intellettuale, uomo politico da sempre impegnato nel filone del Meridionalismo italiano, ha reso il suo impegno pratica quotidiana; dopo la seconda guerra mondiale fonda Il Nuovo Risorgimento, recensito da Elio Vittorini nel 1946 che sul Politecnico scriveva: «Fiore ed altri sono riusciti a darci il primo numero di questo periodico a cui va tutta la nostra simpatia per la sua sobria e leale coerenza sulla realtà del Mezzogiorno. Bisognerebbe che questa pubblicazione, che oltre tutto è chiara e facile come linguaggio e presentazione tipografica, fosse diffusa nel Centro e specialmente nel Nord dell’Italia. Sembra infatti che a Milano e Torino, dopo la presenza di Gramsci nella redazione dell’“Ordine Nuovo”, difficilmente si sia riusciti ad evitare, parlando del Sud e del rinnovamento delle regioni meridionali, di farlo attraverso i pezzi più o meno di colore dei corrispondenti e, negli ultimi mesi, le corrispondenze scandalistiche degli inviati specie sui moti separatisti o sui disordini delle Puglie». L’esperienza giornalistica, editoriale, di Vittore Fiore ha avuto il merito di spalancare la Puglia e la questione meridionale su di un bacino politico e letterario ben più ampio di quello che può essere rappresentato dai localismi stereotipati della nostra contemporaneità, inserendosi, dunque, in un dibattito nazionale ed europeo, sulla scia di quanto fatto da Tommaso Fiore che pure aveva introdotto le criticità e le risorse del Meridione in un dibattito internazionale. Fra gli anni ’50 e ’60 ha saputo inserire il dibattito sul Meridione all’interno di tematiche ancora lontane dalla realtà del Sud, indagando, scrive Aldo D’antico, il rapporto fra «Mezzogiorno ed energia nucleare, fra piani regionali e sviluppo economico, fra integrazione economica Puglia Lombardia e questione dei trasporti fra Nord e Sud». La pratica politica di Fiore è apparentata con la dimensione umana, strette entrambe nelle trincee della quotidianità si sostanziano come qualità poetica, quella stessa qualità che è dunque indissolubile dall’uomo e dall’intellettuale, quella stessa qualità che pone Fiore all’attenzione della critica nazionale, rappresentando uno dei punti più alti della stagione poetica pugliese. Il legame fra natura e vita che si esplicita nella poetica del meridionalista risulta esprimibile nella dimensione politica come pratica vitale che inserisce l’autore e l’uomo in un percorso che pare esporre la sua opera come retroterra poetico e civile lungo tutto il corso della sua vita.
Francesco Aprile
2013-03-04
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