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Vittorio pisani, capo della squadra mobile di napoli, indagato per essere troppo amico di un boss.

Creato il 04 luglio 2011 da Madyur

Un macigno per il capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, l’uomo che arrestò il super latitante dei Casalesi Antonio Iovine. E’ indagato per favoreggiamento , compare molte volte nella carta dei gip che ha disposto la misura cautelare. Troppo amico di un boss oggi pentito , troppo vicino a un circuito di ristoratori che investivano i proventi dell’usura per fare riciclaggio.

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Il capoclan Salvatore Lo Russo racconta ai magistrati “Sono perfettamente consapevole della potenza del Dr Pisani e non so cosa possa accadermi. Le dico ani che temo più la sua persona che cento camorristi. I miei rapporti con Pisani iniziano alla fine degli Anni Novanta durante un incontro in un ristorante della costiera amalfitana. Pisani mi diede il numero di telefono dicendomi che per qualsiasi cosa potevo rivolgermi a lui. Notai l’anomalia di quella circostanza , e mi incuriosii tanto che quella sera gli telefonai da una cabina telefonica. Fui molto diretto, gli chiesi cosa voleva da me. Lui mi chiese di incontrarci e ci vedemmo a San Martino. Mi spiegò che era interessato a catturare Gateano Bocchetti . Non mancai di mettermi subito a disposizione”

Continua “Il rapporto tra me e Pisani si strinse in occasione dell’arresto di Longobardi , un latitante. Mentre stavo a Ischia con mia moglie in barca, mio fratello mi presentò Gennaro Longobardi e mi spiegò che si trattava di un latitante. Avvisai il Dr Pisani. Di lì a poco sopraggiunse la polizia e arrestò Longobardi”

“I miei rapporti con Pisani sono durati ininterrottamente , e posso dire che è nata una vera e propria amicizia. Nel corso degli anni ci siamo scambiati sempre regali. Gli ho regalato del vino francese e casse di champagne. E anche diverse casse di fuochi artificiali natalizi. Pisani mi raccontò che aveva avuto un diverbio in Procura perché gli era stato chiesto di attivare delle intercettazioni nei miei confronti ma lui si era rifiutato chiedendo che le facessero altri in quanto lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere a me”

“Per comunicare con Pisani utilizzavamo schede telefoniche e telefoni riservati. Pisani si occupava di ricaricarle. Ogni ricarica durava molto , sia perché erano di 200-3'00 euro, sia perché le chiamate duravano poco tempo. Durante la mia detenzione era mia moglie a trattenere i medesimi rapporti con Pisani”

“Con mia moglie utilizzavamo un linguaggio cifrato , per cui quando intendevamo Pisani parlavamo di “avvocato”

“Pisani è amico di Marco Iorio presso il cui ristorante va a cenare tutti i giorni. Fu Marco Iorio ad attivarsi con Pisani perché questi facesse in modo che Mario Potenza (l’usuraio ndb) ottenesse il rilascio del passaporto che non so da perché molto tempo non riusciva ad avere”

“Quando La Squadra decise di girare un episodio nel mio quartiere, subì una rapina. Pisani mi chiamò perché voleva fare una bella figura e mi chiese se potevo aiutarlo ad arrestare i rapinatori. Venni a sapere che la rapina era stata fatta da un nipote di mia moglie , così chiesi a Pisani se me lo chiedeva da amico o da funzionario di Polizia. Mi rispose che me lo chiedeva da amico , gli risposi che si trattava di un nipote di mia moglie. Lui capì il senso delle mie parole e dunque non fece nulla”

“Sono convinto , dopo i rapporti intrattenuti, che lui non avrebbe mai fatto un’indagine nei miei confronti. Lo davo per scontato sebbene non mi sia mai stato detto”


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