“Ah come invidio gli artisti che vivono nell’utopia! Perché anche una vita infelice si illumina con la fantasia” canta Guccini facendoci sognare di essere tutti un po’ artisti, mentre Brunori Sas (un’autentica rivelazione il suo ultimo disco!) ci invita a mettere da parte intelletto e cervello per rinascere: “Arrivederci tristezza oggi mi godo la mia tenerezza. Arrivederci amarezza oggi mi godo la mia dolcezza. E domani chissà!” sono le parole del testo di Arrivederci tristezza che è una gran bella canzone.
Poi arrivano i Zen Circus che in un attimo portano via tutta questa introduzione magica, con Viva la musica diventa incalzante e il testo graffiante, è la scossa necessaria per ricordarci che “Siamo diventati brutti. Amici siamo simili ma certo non uguali. Io lo so che sono in crisi senza leggere i giornali sono in crisi da una vita forse è la mia natura anzi penso vivamente che sia proprio una fortuna…” Il brano è trascinante, molto carico di significati e sfocia in un finale rovente che si spegne solo quando arrivano le prime note di chitarra di Le ragazze stanno bene. Questa volta Vasco Brondi con Le Luce della Centrale Elettrica ha realizzato un vero capolavoro: “Forse si trattava di accettare la vita come una festa, come ha visto in certi posti dell’Africa. Forse si tratta di affrontare quello che verrà come una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà. Nonostante il flusso costante di gente senza lavoro di compro oro compro oro respirando lentamente Chiara celebra la sensazione della primavera finalmente in arrivo e del suo treno al binario uno. E pensa: Sara sei ancora più bella la sera quando sei stanchissima, sei ancora nella mia memoria interna, sei l’interpretazione dei sogni che non riesco a ricordarmi.”
“Chi sono io? Cosa sarò? Che cosa sono stato tra quello che ho vissuto e quello che ho immaginato? Ora di te cosa farò? È così complicato se muoio già dalla voglia di ricordarti a memoria” cantano i Perturbazione nella bella canzone che hanno portato a Sanremo, L’Unica che avrebbe meritato di vincerlo. C’è una piacevolissima leggerezza che aleggia in questa canzone e poi c’è quella potentissima frase “se muoio già dalla voglia di ricordati a memoria” che non lascia scampo, il ritornello ti entra dentro e lo canteresti uguale anche dopo un lavaggio mentale insieme a “Voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida A salvarmi vieni salvarmi” che nella versione cantata da Samuel dei Subsonica mi piace un po’ meno dell’originale di Manuel Agnelli anche se bisogna proprio dire che rimane sempre un gran pezzo.
Quando arriva En e Xanax di Samuele Bersani e si rimane spiazzati. Il testo è da brivido e di fronte a questo passaggio si rimane senza fiato: “Se non ti spaventerai con le mie paure, un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle. In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore e su di me puoi contare per una rivoluzione. Tu hai l’anima che vorrei avere.” Una meraviglia, non c’è altro commento possibile. A stemperare il pathos creato da Samuele arriva Fisico & Politico di Luca Carboni (feat. Fabri Fibra), canzone inizialmente sottovalutata proprio per lo strano duetto che alla fine però funziona e risulta piacevole. Così come funziona l’accoppiata Neffa (feat. Ghemon) in Dove sei, brano molto radiofonico e apprezzabile, perfetta prosecuzione del brano precedente, utile a non spezzare il filo di questa playlist nella sua parte centrale.
VIVA! – Playlist di Radio Casa Bastiano
- Gli Artisti – Francesco Guccini
- Arrivederci Tristezza – Brunori Sas
- Viva – The Zen Circus
- Le ragazze stanno bene – Le Luci della Centrale Elettrica
- L’unica – Perturbazione
- Voglio una pelle splendida (feat. Samuel Romano) – Afterhours
- En e Xanax – Samuele Bersani
- Fisico & Politico – Luca Carboni & Fabri Fibra
- Dove sei (feat. Ghemon) – Neffa
- Un uomo è vivo – Frankie hi-nrg mc
- Cambiamento – Paletti
- Restiamo a casa – Colapesce
- Una Palude – Ministri
- Costruire – Niccolò Fabi
- Tutta colpa di Freud (Il giardino di psiche) – Daniele Silvestri
- Coniugati passeggiare – Dente
- Senza di te – Zibba & Almalibre
- Tina – Cisco
- Come savonarola – Eugenio Finardi
“Un uomo è vivo quando respira – un uomo è vitale se fa respirare C’è un istante nel quale ogni uomo diventa suo padre Un uomo nascendo conosce l’amore – un uomo crescendo impara ad amare C’è un istante nel quale ogni uomo diventa sua madre” E’ bello il testo di Frankie hi-nrg mc e questa canzone avrebbe meritato di più a Sanremo, anche se Pedala suona proprio bene. A questo punto della playlist Il risveglio primaverile è ormai completo e l’invito al Cambiamento cantato da Paletti assume un significato profondissimo al quale non ci si può sottrarre: “Non ci resta che sperare è una frase che non voglio più sentire neanche quando sarò pronto e sarà l’ora di morire si potrà mai reagire o siam bravi solo a dormire e non c’è più non c’è non bastano rivolte e religione il cambiamento spetta alle persone prima individualmente poi collettivamente arriverà”.
Il momento dolce della playlist inizia con le note di Restiamo a casa ed è accolto come una piacevole sorpresa: “Restiamo in casa l’amore è anche fatto di niente” canta Colapesce mentre subito dopo la chitarra acustica introduce timidamente Una palude, la meravigliosa canzone dei Ministri che ci porta su un altro pianeta: “Volavo sopra le nostre case Non c’era nulla di eccezionale Non è un segreto che la terra sia una palude senza di te Volavo sopra le nostre vite Non c’era nulla di eccezionale Non è un segreto che io sia cattivo come un bambino senza di te”.
E poi arriva Costruire di Niccolò Fabi e di fronte a questo testo il cuore inizia a battere forte, l’emozione è forte e non si trattiene, si trasforma in commozione legata ai ricordi che tutti abbiamo: “Chiudi gli occhi Immagina una gioia Molto probabilmente Penseresti a una partenza Ah si vivesse solo di inizi Di eccitazioni da prima volta Quando tutto ti sorprende e Nulla ti appartiene ancora Penseresti all’odore di un libro nuovo A quello di vernice fresca A un regalo da scartare Al giorno prima della festa Al 21 marzo al primo abbraccio A una matita intera la primavera Alla paura del debutto Al tremore dell’esordio Ma tra la partenza e il traguardo Nel mezzo c’è tutto il resto E tutto il resto è giorno dopo giorno E giorno dopo giorno è Silenziosamente costruire E costruire è potere e sapere Rinunciare alla perfezione”. Ad alleggerire il momento carico di pathos giungono le note più frivole molto disco anni ’70 di Tutta colpa di Freud (Il giardino di psiche) in cui Daniele Silvestri si analizza concludendo che è “Tutta colpa di Freud dei suoi sordidi inganni se le cose fra noi sono sempre le stesse da anni e poi è colpa sua se non ti so dimenticare… Perché è colpa di Wagner se il giorno che ti ho vista ho preso la mia vita e l’ho lanciata alla conquista, com’è colpa di Dante se resterò in silenzio intanto che accompagni allegramente la mia anima all’inferno, la mia anima all’inferno. La mia anima, la mia anima all’inferno… Ti voglio bene, ma non posso stare qui Ti voglio bene, ma capiscimi Capiscimi”