Trota fario dalla livrea strepitosa
L’appuntamento “morbido” delle 7.30 permette di prendercela decisamente più comoda rispetto alle 5.00 del giorno prima. Quando scendiamo per fare colazione alle 7.00, troviamo Emilio già lì ad aspettarci, facciamo qualche chiacchiera assonnata fino a quando ci raggiunge Simone e finalmente il richiamo dell’acqua si fa più forte degli sbadigli. Risaliamo la valle per scendere in una meravigliosa gola che promette catture da sogno.
Ci inerpichiamo su per la gola, attraversiamo prati e ruscelletti per scendere in un tratto in cui l’acqua ruggisce feroce tra alte pareti di roccia: “Sapete – ci illustra Simone- qui se riusciamo, mi piacerebbe creare una ferrata da pesca”. Ci sporgiamo quel tanto che basta per non morire ed ammirare il progetto sognando di poterci spingere un giorno oltre quello sperone di roccia a far ballare i nostri inganni nella corrente sostenuta.
Proseguiamo fino a una scala scolpita nella roccia, quella che Elena di Savoia fece costruire per scendere in quelle stesse correnti e far volteggiare le sue mosche.
Arrivati all’ultimo scalino, dopo una solida presa sulle spine di una robinia ed un sicuro passaggio tra le ortiche, ci troviamo in fondo a una strettoia in cui l’acqua corre veloce: qui servono rotanti pesanti.
Dopo una serie di lanci precisi, dietro l’artificiale di Jacopo si materializza una sagoma scura che si stacca dalla parete, pochi istanti dopo uno scatto immortala la piccola trota scurissima che torna poi veloce verso la sua tana.
I nuovi ondulanti Pirata,”doppia foglia” , di Todeschini
Risaliamo in macchina per raggiungere gli altri a pranzo mentre sopra le nostre teste si riuniscono i più malfamati nuvoloni del cuneese. Appena spegniamo i motori si scatena l’inferno: pioggia battente che si alterna a pioggia scrosciante, vento a raffiche e un calo della temperatura di 40 gradi Celsius, 90 gradi Farenheit e anche un paio di gradi Kelvin.
A scaldarci però c’è il vino rosso di Todeschini e la robusta cucina del posto condita dalla simpatia dei commensali: Simone, Emilio e sua moglie (una delle eroine votate a sopportare un pescatore ), due ragazzi che si sparano after hours di pesca come se piovesse e Matteo De Falco con la sua appassionata troupe pronta a sfidare, non senza qualche preoccupazione, il tempaccio. Tutti hanno qualcosa di interessante da raccontare, uno spot, una nuova esca, una cattura mirabolante, un’emozione, uno scempio ambientale e i discorsi si accavallano l’uno sull’altro creando una catena inestricabile di interesse alieutico che ci avvolge tutti. Intanto divoriamo foglie di salvia fritte, peperoni arrostiti sott’olio con “bagnetto verde” e acciuga, fiori di zucca impanati e fritti e mestolate di polenta con il coniglio, e per finire due torte occitane di carote e fagioli… tutto strepitoso! L’ora è giunta ormai e noi indomiti Anonimi dobbiamo salutare la compagnia e risalire in macchina, ma non per raggiungere un altro spot di pesca, bensì per tornare verso Milano.
Portiamo negli occhi lo splendore di una valle ancora largamente incontaminata e selvaggia, i pesci magnifici che abbiamo avuto il privilegio di poter ammirare e il calore dei nuovi amici conosciuti.
Jacopo e Pietro
Rock’n'Rod
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