Per celebrare questa importante ricorrenza ho predisposto una raccolta di materiali tratti dalla stampa dei giorni del Referendum istituzionale del 2-3 giugno 1946, dall'invito al voto lanciato dalle colonne del Corriere della Sera alle immagini (per lo più tratte dallo stesso quotidiano) che documentano lo svolgimento del voto.
In quell'occasione, in cui, per la prima volta in Italia (fatta eccezione per le precedenti elezioni a livello locale), ebbero diritto al voto anche le donne, le consultazioni diedero il seguente esito: 12.718.019 cittadini furono favorevoli all'instaurazione della Repubblica, contro i 10.709.423 di espressioni in favore del mantenimento della monarchia.
«Tutti alle urne! E tutti alle urne con serietà, con compostezza, con calma e con un gioioso senso d’orgoglio. Sì, siamo orgogliosi di aver finalmente ritrovato noi stessi; orgogliosi di essere ancora dei cittadini; di avere riacquistato il diritto e il dovere – negatici dal fascismo col sostegno della monarchia – di contribuire individualmente e direttamente alle sorti del nostro Paese; orgogliosi che il domani d’Italia dipenda anche dal nostro piccolo voto odierno; orgogliosi di poterlo dare liberamente come ci detta la nostra coscienza. Tutti alle urne! Alle urne i vecchi che da più di venti anni mordevano il freno condannati – dal fascismo col sostegno della monarchia – a tacere, a disinteressarsi della cosa pubblica e ad assistere parzialmente passivi alla follia di Mussolini, affiancato dal Re, all’aberrante fanatismo dei nazionalisti, alla prepotenza, alla cupidigia, alla corruzione dei gerarchi che ci dovevano gradatamente portare a questa immane ruina; alle urne i giovani, giustamente lusingati di sentirsi oggi uomini e di dare, come tali, il loro appoggio alla creazione della nuova Italia nella quale dovranno affermare la loro personalità; alle urne le donne, le nostre donne tanto ansiose di tempi migliori in cui non dovranno più temere né piangere per i loro sposi, per i loro figlioli e per la loro casa. Tutti alle urne! Alle urne disciplinatamente, senza chiassate e senza provocazioni. Rinnoviamo l’esempio dato nella giornata delle elezioni amministrative quando dovunque, nei piccoli e nei grandi centri, tutto è proceduto con ordine, senza incidenti e senza tumulti talché gli stranieri stessi, sempre un po’ diffidenti verso di noi, ne sono rimasti sorpresi e ammirati. Tutti alle urne! Alle urne senza paure, serenamente convinti dell’importanza del nostro voto e fiduciosi nel successo della causa per cui andiamo a darlo. Ma quale sia per essere l’esito del referendum impegniamoci fin d’ora ad accettarlo e a rispettarlo. Così in questo riconoscimento e in questa accettazione della volontà popolare, noi daremo al mondo la miglior prova che siamo degni della libertà che abbiamo finalmente riconquistato». [2]
C.M.
NOTE:
[1] L'autore di questa celeberrima fotografia non è noto, infatti il documento risulta ormai di pubblico dominio.
[2] Editoriale non firmato comparso il 2 giugno 1946 sul Corriere della Sera.
[3] Citazione tratta dal Corriere della Sera.