Vivere in Italia: i pro e i contro, secondo una spagnola.

Creato il 14 settembre 2014 da Ilariadot @Luna84
Da un po' in qua, "Desde Milán" è uno dei blog che leggo più volentieri. In lingua spagnola, racconta - spesso con la giusta dose di ironia - le vicissitudini di una madrileña trapiantata in Italia. Anzi, peggio: al Nord Italia. Nella cosiddetta Cittá della Moda. Grigia e cara quanto basta a farle da perfetto antipodo alle origini. É un continuo confrontarsi di scenari culturali, il suo. Lo specchio impietoso che permette di guardarsi con occhi altrui. Per questo mi piace. E per questo ne apprezzo il canale youtube, che non solo lo completa, ma l'arricchisce di umanità. Ora: tra i tanti video caricati da SarayT (l'autrice) ce ne sono due che, più di altri, hanno catturato la mia attenzione. Elencano, rispettivamente, i lati negativi e positivi del vivere in Italia per uno spagnolo. Io, manco a dirlo, preferisco il primo. Non per quella sorta di disprezzo tutto italico che ci impone di condannare sempre e comunque la madre patria ma perché, evidenziando le nostre ombre, illumina ulteriormente i pregi dei cugini. Ce ne sono alcuni, tra essi, su cui non mi ero mai soffermata a pensare. Per esempio, la quasi totale assenza di zanzare nel clima meravigliosamente secco della terra di Cervantes: motivo di per sé già sufficiente a fare i bagagli right now. Ve li riporto a seguire, i video in questione. E, per chi non capisse lo spagnolo, ne traduco (commentandoli) i punti salienti. Chissà se e in che misura sarete, come me, d'accordo con SarayT

ASPETTI NEGATIVI DELLA VITA IN ITALIA 1. Il Clima. Uno spagnolo trapiantato al Sud d'Italia, magari, tutta questa gran differenza non la noterà. Trasferirsi al Nord, però, ho sempre pensato che debba costituire un trauma per ciascuno di loro. SarayT parla di pioggia incessante ed obliqua, freddo pungente in inverno, afa insopportabile d'estate. Eppure non menziona quello che secondo me è il Grande Dramma dello spostamento verso Est. Parlo della Luce. Quella luce pungente che forse proprio sugli edifici bianchi di Madrid raggiunge il suo acmé di brillantezza. Una luce che rende il cielo d'estate ancora chiaro alle ventuno e trenta, quando nel mio paesello è ormai notte inoltrata. Sposta i ritmi di vita, quel chiarore, e di vita ti inebria. La sua limitatezza, a ogni ritorno, è sempre la maggior causa della mia depressione. Ah, e poi ci sono le zanzare, certo. Gli insettini malefici che approfittano della mia bontà per riempirmi di bolle. Come detto sopra, è proprio grazie a SarayT che ho notato come in Spagna, effettivamente, scarseggino. Beati loro. 

2. I Prezzi.  L'Italia è cara di per sè. Milano, poi, non ne parliamo. Affitti. Benzina. Supermercato. Mentre SarayT racconta, affranta, i suoi trucchi di  risparmio, io non posso non ricordare la prima spesa fatta alla Coop di Parma al ritorno da 10 mesi di Erasmus a Málaga. Avevo riempito il carrello della stessa quantità e varietà di cibarie che mi ero abituata ad acquistare al Mercadona. Al momento di  pagare, giuro che ho quasi pianto davanti alla cassiera. Dice, SarayT, che i vestiti li compra in Spagna. E l'italiano medio avrà un gran bel dire che la qualità delle marche spagnole low cost non è nemmeno lontanamente comparabile alla nostra, e bla bla. Io, personalmente, preferisco comprarmi una maglietta a 10 euro e viaggiare per l'Europa che investire tutti i miei risparmi in un capo d'abbigliamento che duri per la vita. Che poi parliamone, dei miei jeans comprati a 9 euro da Blanco: sono sopravvissuti indenni a più di cinque anni di vita e quattro tour di concerti pop. 

Una delle poche cose che, curiosamente, in Italia costa meno che in Spagna è la telefonia mobile. In effetti, nella terra di Cervantes le uniche offerte veramente vantaggiose (e comunque meno delle nostre) sono quelle legate alle formule a contratto. Aggiungo i libri, che SarayT non cita ma che in base alla mia esperienza sono tra i pochi articoli più convenienti da noi. 

3. I trasporti. Il tasto dolente, filo conduttore di ogni mia indignazione da "confronto con l'estero". Immaginate come debbano sembrare a una che viene da Madrid: la città con uno dei sistemi di metropolitana più puliti ed efficienti del mondo; la Capitale i cui abitanti spesso rinunciano a comprare un'auto (tanto, a che serve?); la Nazione - in generale - dove le stazioni ferroviarie sono sicure, controllate e spesso integrano grandi e meravigliosi centri commerciali. Sì. Dev'essere proprio frustrante, per lo spagnolo medio, adattarsi ad un sistema di trasporti sporco, penalizzato - come ricorda SarayT- da eccessi di scioperi, dove una ragazza sola è meglio non viaggi di sera. 

4. Gli Automobilisti. "Pensavo che in Spagna si guidasse male, ma dopo aver passato tanto tempo qui posso dire che in Italia si guida come in Egitto", esordisce l'autrice di Desde Milán. Dal suo punto di vista, gli italiani guidano veloci, spericolati, senza alcun rispetto del codice stradale. I peggiori? Gli uomini arroganti negli enormi SUV, categoria a sé stante ed effettivamente emblematica dell'ecosistema milanese. Prima di quest'ultima affermazione, avrei detto a SarayT che anche il traffico dell'Andalusia non scherza, soprattutto in periodo di feria. Ma la densità di SUV molesti, in effetti, è una nostra assoluta peculiarità. 


5- La vita notturna. C'era uno slogan pubblicitario, qualche tempo fa. Credo fosse del Mc Donald's. Recitava: "in Spagna rientrare alle tre non è uscire; è andare a cena". Ecco, mai descrizione fu più azzeccata. Immaginate un Paese in cui si cena alle dieci. In cui di notte i centri cittadini sono più affollati che di giorno. Un posto in cui puoi stare tranquillamente in giro fino alle sette del mattino, semplicemente uscendo ed entrando da bar e disco pub di ogni sorta. Luoghi in cui c'é musica, si balla, e spesso e volentieri - se sei una donna - ti offrono pure la consumazione. Ecco. Ora immaginate che qualcuno, abituato a tutto ciò, si ritrovi di colpo catapultato nella cosiddetta "movida" (ah ah ah!) italiana. Voglio dire, se non ti suicidi sei da applauso. SarayT, infatti, é comprensibilmente scandalizzata dal fatto che alle due di notte il centro cittadino sia assolutamente deserto. Non capisce come sia possibile che i locali chiudano alle tre. Che, se proprio vuoi fare la notte in bianco, non ti resta alternativa che la discoteca: un posto in cui, per entrare, devi sborsare "un rene e mezzo" e che, peraltro, chiuderà alle cinque per riempirsi se va bene alle due. Che dire? Solidarietá. 


6- I piccioni. Anche in questo caso il video mi ha fatto notare come, effettivamente, i "simpatici" animali degni un film di Hitchcock siano Grandi Assenti nelle città spagnole. Capirete che, da ferrea e storica sostenitrice del progetto: "mettiamo un pannolino ai volatili" non posso che apprezzare la cosa. Per Saray, i piccioni che affollano piazza del Duomo sono "assassini in potenza" o quanto meno "omicidi involontari". Volano basso, si scontrano con la gente, sono a dir poco aggressivi. Lei ne ha il terrore; e in più di un'occasione, lo ammetto, ne ho avuto anch'io. Non per parlare sempre e solo di Málaga, ma lí la minaccia dei 200 euro di multa a chiunque venga beccato a dar da mangiare alle bestiole funziona eccome. Per evitare ulteriori danni d'immagine, propongo di applicarla anche da noi. O quantomeno, rivolgo ai nonni italiani un accorato appello: fate come gli andalusi. I vostri nipoti, per Dio, portateli piuttosto a dar da mangiare ai pesci. 

ASPETTI POSITIVI DELLA VITA IN ITALIA (Ovvero: RINCUORIAMOCI) 1. Il cibo. Sarà anche banale, ma come darle torto? Come spesso accade con i Grandi Amori, è stato proprio in Spagna che mi sono accorta di quanto fosse forte il mio nei confronti della mozzarella. Ricordo vere e proprie crisi di astinenza. Momenti di assoluto sconforto di fronte a bustine gialle dell'Eroski con una roba plasticosa e piccolissima a cui si ostinavano a dare quel nome. L'unica soluzione - nei casi disperati - era ricorrere ai prodotti d'importazione de El Corte Inglés, lasciandoci però (come nelle discoteche italiane) almeno un rene. Quindi sì, anche se la gastronomia spagnola si colloca ad altissimi livelli, la nostra non ha niente da invidiarle. Come dice SarayT, c'è in essa tutta la varietà della dieta mediterranea, un vasto assortimento di affettati e formaggi, verdure, carne, "pomodori che sanno davvero di pomodoro", e tutto quello che l'umana gola possa avvertire, in qualche momento, la necessità di assaggiare. Unica controindicazione: il rischio di trasformarsi in una sorta di mongolfiera. 


2. I luoghi. Milano è universalmente nota come una città brutta, grigia, industriale. Tuttavia, la blogger spagnola fa notare come il centro sia in realtà carino, ed ospiti un Duomo tra i migliori e meglio tenuti d'Europa. Soprattutto, invoglia ad uscire dai confini del capoluogo lombardo per scoprire una regione verde e selvaggia, autentica, con i suoi laghi e la sua natura sterminata. Ancora meglio, a viaggiare per ogni angolo di un Paese ricco di storia e cultura. Vario in scenari che spaziano dal romanticismo acquatico di Venezia, all'arte di Firenze e il sempre ammirato splendore della Toscana, passando per isole con spiagge paradisiache e i mari incantevoli del Sud. Nulla da ridire, davvero. Vivremmo in una Nazione veramente bella, se solo fossimo in grado di valorizzarla e abbassare i costi dei trasporti (vedi sopra) in modo da permettere a noi stessi di conoscerla di più. 


3. Gli uomini. E qui devo aprire una parentesi. Davvero, io non capisco perché le spagnole (la popolazione maschile apprezzerà) siano tutte ossessionate dai ragazzi italiani. Non ne ho ancora trovata nessuna - e dire che ne conosco tante, ormai! - che non mi abbia detto, almeno una volta: "ma tu sei fortunata a vivere in Italia, con tutti gli italiani….mmmm!". Dicono proprio "mmm". Giuro. Con un filo di bavetta alla bocca e lo sguardo adorante. Mmm. 

Davvero, cosa gli fate, a 'ste povere Criste? Sarà magari lo stereotipo del latin lover. L'immagine stilizzata del romanticone un po' assillante. Sarà colpa di Madonna e il suo "italians do it better", che ne so. Resta il fatto che SarayT non fa eccezione, nel dire alle connazionali che la fauna maschile sarà il lato dell'Italia che in assoluto apprezzeranno di più. Bah. Per quanto mi riguarda trovo spagnoli ed italiani esteticamente uguali nel fifty fifty che separa i figoni dai meno notevoli. In più, la minor fissazione per moda ed apparenza, l'informalità e l'apertura iberica (oltre all'accento, che la bavetta la fa venire a me) fanno guadagnare parecchi punti ai primi. Ma, in fondo, se le spagnole si accaparrano gli italiani, gli spagnoli restano per le italiane, quindi potrei definirlo uno scambio tutto sommato equo. 
Foto postata su Instagram dallo scrittore Maxim Huertas. Spagnole in primo piano, ed italiani di fondo.


4. La lingua. Ennesimo aspetto che non avevo mai considerato:  l'italiano è una delle lingue più studiate al mondo, eppure si parla solo in Italia. Ci sarà un perché, dice ammirata SarayT. In effetti, la musicalità dell'italiano è apprezzabile almeno quanto quella del castigliano.5. La musica. E qui non son d'accordo per niente, ma forse è proprio perché non vivo a Milano. SarayT dice che in Italia ci sono ogni due per tre concerti di ogni tipo. Che la musica è valorizzata in tutte le sue infinite sfaccettature, tra locali live e gruppi emergenti da scoprire in ogni dove. A me, al contrario, sembra che qui i biglietti costino troppo e i tour durino troppo poco. Personalmente, ogni volta che trovo una band impegnata ad esibirsi in qualche bar, mi sento quasi di gridare al miracolo. Ma io sono anche quella che, per andare ai concerti, prende un aereo e parte per la Spagna. La visione distorta, perciò, potrebbe alla fin fine anche essere la mia. 



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